Il 2023 sarà ricordato per una primavera straordinariamente piovosa seguita da un’estate molto calda e siccitosa, che non voleva finire mai. 

Sole e alte temperature si sono protratte infatti fino ai primi di ottobre regalando ai produttori cielo terso e buone escursioni termiche giorno-notte che hanno consentito il pieno sviluppo aromatico delle uve e una perfetta maturazione.

Per alcuni produttori di vino l’incubo peronospora si è, purtroppo, trasformato in una realtà.

Ma sono anche molte le testimonianze, nelle zone più vocate della nostra regione (Chianti Classico, Maremma, Val d’Orcia, colline pisane e fiorentine), che descrivono come la 2023 come una grande annata in prospettiva.

Chianti Classico

Francesco Ricasoli, alla guida dell’omonima azienda a Gaiole in Chianti, si reputa soddisfatto sia per la quantità che per la qualità delle uve raccolte.

“La vendemmia è terminata il 14 ottobre – inizia – A Castello di Brolio il Sangiovese ha chiuso in bellezza portando a termine una maturità fenolica da manuale. Nelle ultime settimane la stagione era stata molto secca ma le riserve accumulate in primavera e alcune piogge nei mesi estivi hanno aiutato le piante a superare ogni stress idrico”.

E prosegue: ”Abbiamo già potuto osservare in cantina due tipologie di vini: i primi raccolti saranno freschi, profumati e con un equilibrato contenuto alcolico, mentre le uve della seconda parte della vendemmia contribuiranno a dare struttura, colore e corpo ai vini”.

Anche a Ipsus, a Castellina in Chianti, il Sangiovese ha avuto degli ottimi risultati.

“La quantità sarà ridotta del 15%, ma la qualità, non mancherà” dice Giovanni Mazzei, che ha chiuso la vendemmia il 27 settembre. 

“Le ultime settimane sono state perfette – rimarca – massime sopra la media ma minime in linea con la stagione. Buona ventilazione”.

“Nell’insieme – dice ancora Mazzei – siamo molto soddisfatti del risultato portato in cantina e prevediamo che le uve di quest’annata esprimeranno un carattere davvero unico”.

Quantità in calo anche a Castello di Querceto, a Greve in Chianti, dove la vendemmia si è conclusa il 14 di ottobre, ma Simone François afferma che “la qualità sarà comunque ottima, con dei vini più concentrati, con un’acidità più alta rispetto alle ultime vendemmie, ma ben bilanciata dal Ph”.

E continua: “Nelle ultime settimane la stagione è stata secca, con una temperatura ampiamente sopra la media: condizioni ideali. Specialmente per il Sangiovese”.

Chianti Colli Fiorentini

A Torre a Cona, sulle prime colline di Firenze, la vendemmia si è conclusa il 4 ottobre sotto un cielo soleggiato e – grazie anche all’altitudine dei vigneti intorno ai 400 metri sul livello del mare – con belle escursioni termiche giorno-notte. 

La qualità è rimasta stabile su ottimi livelli, mentre la quantità, a causa dell’attentissima selezione, è diminuita di circa il 30%.

“Ci aspettiamo un Sangiovese strutturato, accompagnato da un ricco corredo aromatico” spiega il produttore Niccolò Rossi di Monterela.

 

Colline di Pisa

A Terricciola, in provincia di Pisa, Filippo Gaslini Alberti, produttore dei vini di Badia di Morrona ha portato gli ultimi grappoli in cantina il 4 ottobre. 

“La stagione 2023 è stata sicuramente difficile – ammette – prima a causa delle piogge primaverili e poi per la lunga siccità estiva, ma ci riteniamo soddisfatti specialmente per il nostro Sangiovese di cui coltiviamo oltre 60 ettari”.

La grande selezione in vigna ha portato ad una produzione inferiore del 30%, ma la qualità rimane su livelli buoni.

“Ci aspettiamo vini molto profumati e con un buon corpo ed un ricco corredo aromatico” conclude Gaslini Alberti.

Val d’Orcia

A Sarteano, Tenuta di Trinoro cataloga la vendemmia 2023 come una “vendemmia lampo” anche se è iniziata a metà settembre e si è conclusa il 17 ottobre. 

“Le uve sono state raccolte in soli 7 giorni, in tempi velocissimi quindi, ma con lunghe pause tra una varietà e l’altra”, spiega il produttore Benjamin Franchetti.

Nonostante una stagione veramente atipica, Calogero Portannese, direttore tecnico della tenuta, afferma: “Siamo molto contenti della vendemmia, sia in termini di qualità che in termini di quantità, soprattutto per quanto riguarda il Cabernet Franc che essendo più tardivo, non ha avuto arresti a causa della stagione difficile ed, in fase di maturazione, ha potuto beneficiare di una notevole escursione termica e ha raggiunto la maturazione perfetta”.

Maremma

Il Cabernet Franc si è espresso al meglio anche a Castello di Vicarello, in provincia di Grosseto.

“Le abbondanti riserve idriche nel sottosuolo gli hanno permesso di vegetare bene durante le ondate di calore e di produrre frutta matura, caratterizzata dal giusto livello di acidità”: a dirlo è Brando Baccheschi Berti, a capo dell’azienda di famiglia.

“L’annata 2023 – aggiunge – molto poco produttiva, è caratterizzata da maturità fenoliche bellissime, gradazioni alcoliche contenute e profumi meravigliosi e porterà vini estremamente succosi. Ci aspettiamo vini profumati, talvolta appena scuri e cupi, con tannini fitti e vellutati al palato”.

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