Quando la macchina del tempo si mette in moto, si può andare anche a ritroso nel tempo: nel nostro caso a 133 anni fa quando una mostruosa locomotiva sbuffante a vapore fece il suo ingresso nella stazione di San Casciano (oggi piazza Zannoni, non a caso conosciuta dai sancascianesi come piazza “della Stazione”).

Era il 21 maggio del 1891 e per 44 anni cambiò il modo di vivere degli abitanti del Chianti.

Migliorò gli spostamenti, incrementò e velocizzò il trasporto delle merci, avvicinò la città di Firenze a tutti i paesi della campagna chiantigiana. Il suo ultimo viaggio lo si data al 31 luglio 1935.

Questa macchina del tempo l’ha adoperata l’artista pittore Giuseppe Rava, di Faenza, definito il pittore delle arti visive; che con il suo tratto pittorico gentile e accattivante nel tempo stesso racconta la storia.

E questa volta l’ha raccontata per descrivere la mostra che si terrà nella sala del CRC di Chiesanuova dal 16 al 30 giugno prossimi, con il patrocinio della Regione Toscana, Città Metropolitana, Fondazione Ferrovie dello Stato e Comune di San Casciano.

Rava è un autodidatta, abituato a raccontare la storia con i suoi dipinti, come una enciclopedia della memoria: e ha suscitato subito l’interesse di numerose case editrici, che utilizzano le sue illustrazioni nelle pubblicazioni di libri per ragazzi, o illustrazioni di accattivanti scatole di modellismo.

Poi, ha affinato esperienze personali che gli consentono di lavorare su soggetti propriamente storici.

Dipinge la storia spaziando dai greci agli etruschi, alla Roma antica, al medioevo, al napoleonico; spazia fra le due guerre mondiali raccontando e cogliendo i momenti salienti di quei tempi.

Giuseppe Rava lo si potrebbe paragonare al grande illustratore della Domenica del Corriere Achille Beltrame: un narratore con il pennello inzuppato di vernici, che racconta aneddoti, storie realmente accadute. Che lui riporta sulle tela, sulla carta e ne fa rivivere in pieno quello che è stato il passato.

 

Abituato appunto a raccontare momenti storici, l’opera che ha descritto della Tranvia del Chianti è una dei pochi in “veste civile”: ed è per questo che è interessante vedere come l’ha arricchita con dovizia di particolari.

Dai bambini che corrono vicino a quella locomotiva, ai vagoni in legno verde, la locomotiva “Gamba di legno “ con impresso nelle fiancate i logo della tranvia; una T e una C intrecciate insieme.

L’artista ancora una volta è riuscito a dare colore ad un fotogramma della memoria.

Questa opera, oltre che a far parte della serie della quattro cartoline che verranno stampate (il cui ricavato andrà al 100% alla Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze) e che si potranno acquistare dal giorno della inaugurazione a Chiesanuova con apposto il timbro della tranvia, diverrà anche la copertina del catalogo-guida della mostra.

E di tutto il materiale divulgativo dell’evento stesso.

La locandina della mostra di Chiesanuova

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