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Appena si entra a Castello di Querceto una foto di fine ‘800 ci mostra alcuni avi della famiglia François: immagini segnate dal tempo ma sguardi fieri che, 120 anni dopo, lasciano intendere le ragioni per cui i François, tutt’oggi proprietari della tenuta, siano divenuti una delle famiglie protagoniste del Chianti Classico, spinti dal desiderio di proporre al mercato espressioni autentiche dei vitigni toscani.

Dall’inizio del ‘900, con i primi vigneti monovarietali di Sangiovese, al 1924, con la fondazione del Consorzio del Vino Chianti Classico insieme ad un gruppo ristretto di 32 produttori, fino ad oggi, Castello di Querceto continua a parlare al mondo con i suoi vini in maniera personale.

L’interpretazione dei “cru” e la ricerca delle selezioni più rappresentative della tenuta, sono state, infatti, fin dagli anni ’70, gli obiettivi di Alessandro François, che è riuscito a far conoscere Castello di Querceto come una delle realtà chiantigiane più presenti all’estero, oggi con una produzione al 90% destinata all’export in oltre 50 Paesi. Un traguardo commerciale di cui Alessandro e la moglie Antonietta François sono molto orgogliosi.

Con il 2017 Castello di Querceto festeggia i 120 anni di produzione e lo fa stappando due dei suoi vini simbolo, ovviamente 100% Sangiovese: La Corte IGT Colli della Toscana Centrale, il primo cru dell’azienda (ancora oggi si trovano alcuni esemplari di inizio ‘900 nelle cantine storiche), e il Chianti Classico Gran Selezione Docg Il Picchio, l’essenza dei migliori vigneti a sud-est della tenuta.

Per entrambi “nessuna etichetta commemorativa” spiega il produttore. “Basta il vino a raccontare la nostra storia”.

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