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Greve, Chianti, Toscana, Italia. Dal territorio locale a quello nazionale, l’agricoltura guadagna “terreno” in direzione della sostenibilità e, a tratti sempre più marcati, investe il proprio futuro nella coltivazione biologica.

A dirlo sono i numeri sono stati illustrati nelle scorse settimane a Greve in Chianti, nel corso di una serie di incontri tecnico-formativo finalizzati al raggiungimento delle buone pratiche dell’agricoltura sostenibile.

A Greve la viticoltura biologica certificata si attesta intorno al 33 per cento circa con la punta di diamante concentrata nell’area di Panzano dove il 90 per cento dei 600 ettari di vigneto è bio, coltivati da una trentina di viticoltori locali. La Toscana fa emergere un segnale di crescita considerevole rispetto al numero dei produttori biologici, cresciuto del 12 per cento rispetto al 2013.

Oggi si attestano intorno ai 4mila gli operatori che praticano agricoltura sostenibile e rilevante, anche rispetto alla media nazionale, è il dato dei produttori preparatori, oltre a quelli che trasformano il prodotto e che fanno della Toscana la seconda regione d’Italia.

La coltivazione biologica rende il territorio leader per la crescita e la vendita dei prodotti, dai cereali all’olivo biologico, dagli ortaggi alle foraggere, prati e pascoli.

Con una superficie pari a 19mila ettari di cereali, la Toscana è la terza regione in Italia dopo Sicilia e Puglia, stesso posto in classifica per la coltivazione della vite e vino. La Toscana rappresenta il 13 per cento della superficie totale a vigneto bio nazionale.

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