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Enogastronomia, il settore italiano del buon cibo e del buon vino non può fare a meno della comunicazione digitale? Secondo la ricerca di Fondazione Sistema Toscana sulla percezione dei vini toscani basata su oltre 40 mila recensioni online pubblicate nel 2018 sono molto amati sui social il Chianti Docg, il Brunello di Montalcino ed il Bolgheri Doc.

Questi vini toscani godrebbero di un’eccellente reputazione online. Di conseguenza mete turistiche come Firenze, Montepulciano e San Gimignano guadagnano punti nella classifica delle idee di viaggio attirando oltre al target dei turisti delle bellezze artistiche ed architettoniche anche buone forchette ed appassionati bevitori.

Durante la Settimana delle Anteprime di Toscana 2019 Fondazione Sistema Toscana, ha commissionato una ricerca a Travel Appeal e su oltre 40 mila contenuti, pubblicati nel corso del 2018 mentre gli utenti si trovavano nel territorio toscano, è emerso che il Rosso di Montalcino vince la sfida mentre tra le denominazioni più citate online il podio se lo aggiudica il Chianti Docg, seguito dal Brunello di Montalcino Docg e dal Bolgheri Doc. In crescita la reputation di denominazioni quali la Vernaccia di San Gimignano Docg, ill Chianti Classico Docg, l’IGT Toscano e l’Orcia Doc.

La reputazione è in tavola

 Marketing Management, istituto di ricerche di mercato che da 40 anni supporta le aziende nello studio del comportamento dei mercati, ha elaborato un modello statistico che simula il rapporto fra Web Reputation e fatturato delle cantine italiane dal quale emerge che al crescere della web reputation tende a crescere anche l’entità del fatturato. Non è da sottovalutare poi il rapporto inverso, anche l’azienda e la sua struttura possono garantire alla cantina una buona visibilità, costituendo quindi un elemento positivo per costruire una web reputation spendibile sui mercati interni ed esteri.

Enoteca e Gastronomia, lo storytelling viaggia attraverso le immagini

 I vini toscani vengono raccontati attraverso gli scatti suggestivi e gli scorci rappresentativi del territorio, Instagram veicola la maggior parte dei contenuti durante tutte le stagioni con picchi a ridosso della vendemmia che attira maggiore interesse grazie alle location bucoliche per non parlare dei numerosi eventi tematici legati alla tradizione popolare vitivinicola.

Allo stesso modo le forme di formaggio che corrono su tavoli in legno di ulivo oppure i piatti coloratissimi della tradizione contadina o marinara, fino agli insaccati, affettati e posati su immensi taglieri arricchiti da prodotti sott’olio e sott’aceto che stimolano le “pupille gustative”. L’occhio dei food blogger e degli wine influencer, con l’aiuto dei filtri giusti, può decretare il successo di un piatto, ancor più se accompagnato da un’azzeccata etichetta che strizzi l’occhio ai buoni intenditori di vino.

Far conoscere il brand per attirare i buyer

Far conoscere il proprio brand o la propria etichetta non è sempre facile, ma un grosso aiuto arriva dai social media ed i social network, attraverso i quali è possibile diffondere il made in italy a tavola in ogni angolo del mondo.

Se ne sono accorti molti imprenditori del settore enogastronomico che hanno iniziato ad informarsi e ad approfondire l’argomento dotandosi di Strategy Manager in grado di pianificare una campagna mirata a far emergere le peculiarità delle proprie materie prime.

Oggi i consumatori sono più accorti e più informati, e spesso sono disposti a spendere qualche euro in più per un buon vino come pure per le eccellenze gastronomiche acqusitabili in rete. A beneficiarne non a caso è  stato l’export, ma le statitistiche ci dicono che ci sono grossi margini di miglioramento. Sono soprattutto le piccole e medie aziende italiane a dover ancora investire nel digitale per aggredire nuove fette di mercato.

Sono le preferenze del consumatore il vero motore del business online

 Le grandi aziende investono in ricerca e sviluppo e si concentrano nella raccolta e analisi dei dati forniti dalla rete. I profili personali presenti su Facebook e Instagram sono buyer virtuali e potenziali, che forniscono in tempo reale dati utili a testare prodotti tradizionali e novità di mercato. Tali informazioni oggi sono considerate preziosissime e sfruttabili durante tutte le fasi di ideazione del prodotto, dalla sua produzione fino alla campagna pubblicitaria e persino per il packaging e la distribuzione.

Aggiungere o eliminare un ingrediente, la scelta del formato famiglia o del pocket, il materiale ed il colore delle confezioni, tutto passa per il web e soprattutto per i like o dislike.

Social Management Food&Wine

 Il vino resta il re della tavola in Italia e trascina il comparto alimentare del cibo di qualità. Il loro volume di affari è aumentato come emerge dai dati della ricerca effettuata da IRI in esclusiva per Vinitaly 2019.

Un buon piazzamento registrano anche i prodotti biologici che registrano un segno positivo e sembra superato lo scoglio del prezzo, perché il consumatore avrebbe acquisito consapevolezza della diversa qualità di vita legata ad una alimentazione sana. L’attenzione digitale rivolta al racconto del prodotto affidato alle etichette potrebbe aver tradotto in key words quelli che fino a ieri erano solo codici a barre.

Il Digital Marketing è utile anche ai piccoli brand

Molte aziende pensano di operare all’interno di un mercato saturo che non offre molte possibilità e che vede veri e propri colossi aggiudicarsi fette consistenti della torta.

Non sarebbe così. In tanti possono aumentare il proprio fatturato incrementando la vendita del prodotto puntando ad esempio su nuovi target e nuovi mercati.

Qui entrano in campo le campagne social che consentono oggi un ottimo brand awareness: lanciare il prodotto, farlo conoscere ed imporlo all’attenzione del pubblico.

A fare la differenza è proprio il food storytelling, quella autopromozione che passa per la scelta di testimonial reali o virtuali, i cosiddetti influencer che nel Food  sono in grado di generare numeri e interazioni da capogiro.

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