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L’intervista di stamani è andata bene, ne usciranno fuori un paio di belle storie, il cellulare non squilla e questo vuol dire che per oggi la cronaca mi dà tregua. Tregua… devo pranzare da mia suocera.

Mentre in auto risalgo la statale da Castellina a Panzano in Chianti la nebbia di gennaio lascia il posto alle sagome delle fattorie della Conca d’Oro; faccio in tempo anche a fermarmi da Lorenzo, al Wine Gourmet La Ripa, in piazza Bucciarelli, per prendere i ricciarelli (per la suocera).

Mentre sono dentro il negozio entra un tipo slanciato vestito bene ma non troppo, il cappotto ricorda l’Eskimo del ’68, ha l’aria dell’intellettuale e buongustaio. Io ho tempo e gli cedo il posto.

Cerca un formaggio ma non sa bene quale, Lorenzo inizia con gli assaggi, i due entrano nel loro mondo, parlano di esame olfattivo, croste fiorite, unghiatura, occhiatura, consistenza della pasta molle, semidura o dura, untuosa o granulosa, secca o elastica.

Ormai sono persi.

Si arriva ad un formaggio vaccino: “E questo come è?”, le mie orecchie non credono a quello che sentono, soffoco una risata. “E’ come se fosse Antani…”.

Mi volto lentamente, non so cosa aspettarmi ma fra i due non c’è né imbarazzo né tensione, sono circondati da un’aura agro-mistica, l’uomo assaggia anche quello, ormai ha quasi fatto pranzo. Acquista ben tre formaggi.

I due dopo i convenevoli del caso si congedano anche con una stretta di mano. Mai avrei pensato, mai avrei creduto! Anche io ne prendo un pezzo. Per la suocera.

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