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Siete mai stati a Lamole? Avete mai provato la magia di salire “in quota”, qui dove si producono alcuni dei Chianti Classico di maggiore “altura”?
Fra vigne e olivi, un lungo “filare” di cipressi. A un certo punto appare il borgo e, tutti intorno, i suoi caratteristisi terrazzamenti.
Lamole, territorio unico al mondo, ha ottenuto il riconoscimento di paesaggio rurale storico d’Italia. La bellezza e le origini del borgo che domina le colline grevigiane, la storia e la tradizione agricola dei terrazzamenti sono entrati a far parte di un tesoro nazionale di rilievo ambientale e culturale.
L’esito positivo della richiesta di candidatura è stato comunicato al termine della convocazione romana presso il Ministero delle Politiche Agricole, nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale delle Pratiche Agricole e delle Conoscenze Tradizionali, cui hanno partecipato, esponendo la relazione di candidatura, il sindaco Paolo Sottani, i viticoltori Paolo Socci e Susanna Grassi e Federico Preti dell’Università di Firenze.
La candidatura è stata presentata dall’Associazione viticoltori Profumi di Lamole, presieduta da Susanna Grassi.
“Abbiamo raggiunto un traguardo importantissimo – ha dichiarato Susanna Grassi – per il quale ci siamo tutti impegnati. Il riconoscimento valorizza da un lato le pratiche agricole storiche e tradizionali, tra cui le coltivazioni promiscue e le viti ad alberello, dall’altro riconosce e premia il lavoro di restauro e ripristino delle vigne terrazzate di Lamole e Casole. La qualifica rende onore ad uno straordinario angolo di Chianti”.
“E’ l’area in cui si raggiungono, per alcuni vigneti, oltre i 600 metri di altezza – ha specificato il sindaco grevigiano Paolo Sottani – Lamole si caratterizza per i terrazzamenti conservati, ritrovati e talvolta recuperati sulla base delle stesse tecniche e metodologie di realizzazione del passato”.
Una peculiarità che ha rappresentato anche una difficoltà sul fronte produttivo e agricolo. “Nel corso del ventennio’50-’70 – ha aggiunto il primo cittadino – è stata una delle aree chiantigiane in cui il fenomeno dell’abbandono delle campagne si è verificato maggiormente, per questo va riconosciuto il merito a chi si è impegnato a conservare il territorio così bene fino ad oggi. Altre aree del nostro territorio ad esempio, caratterizzate dalla presenza di terrazzamenti, sono andate negli anni scomparendo, essendo state sostituite dal bosco”.