Una degustazione attraverso le 5 decadi di Tignanello, una suggestiva installazione di arte-esperienziale di Felice Limosani per “animare” Palazzo Antinori per la prima volta nella sua storia.

Queste alcune delle iniziative organizzate in occasione delle celebrazioni dei 50 anni del Tignanello (1971-2021), il vino-icona che nasce nei vigneti della famiglia Antinori nella campagna sancascianese.

Iniziative che si accompagnano al restauro conservativo di Ponte Vecchio, annunciato ad aprile scorso.

50 anni fa veniva infatti presentato Tignanello 1971, la prima annata di un vino capace di anticipare i suoi tempi.

Pietra miliare dell’enologia, Tignanello ha contribuito all’avvio di quel periodo nominato “Rinascimento” del vino italiano.

Una rottura degli schemi, quella di Tignanello, divenuta punto di riferimento, che ha dato il via al movimento ormai celebre dei “Super Tuscan”.

Bottiglia di Tignanello della prima annata, 1971

La nascita del Tignanello

Negli anni ‘60 il panorama vitivinicolo italiano viveva un periodo “buio”, profondamente diverso da quello attuale.

Il Marchese Piero Antinori iniziò a viaggiare nelle aree viticole che avevano al tempo più successo, in particolare la zona di Bordeaux, avendo modo di conoscere un grande personaggio, enologo e appassionato di vino francese: Émile Peynaud, che contribuì in prima persona, insieme a Giacomo Tachis, nel cercare nuove soluzioni, innovative per l’epoca, per produrre vini di carattere e qualità che potessero competere con i migliori vini del mondo.

Erano consapevoli che il terroir chiantigiano non stava esprimendo tutto il suo potenziale.

Con questo in mente, iniziarono le prime sperimentazioni vitivinicole nel vigneto Tignanello.

Così, nel 1971, da settantaseimilaseicentoottantadue viti di antica vigna chiantigiana, nacque la prima annata, composta quasi esclusivamente da uve Sangiovese, affinata in barrique di rovere Tronçais fino al 12 febbraio 1974.

Presto compresero che, per creare un vino rosso moderno di altissima qualità in grado di invecchiare nel tempo, il Sangiovese poteva avere un apporto importante utilizzando una piccola quota di Cabernet… .

Oggi il vino nasce da una selezione di Sangiovese e Cabernet proveniente dall’omonimo vigneto situato a Tenuta Tignanello, nel cuore del Chianti Classico (nel comune di San Casciano, nei pressi della frazione di Montefiridolfi), su un terreno di 57 ettari esposto a sud-ovest.

Tignanello è una pietra miliare, un vino capace di rappresentare a pieno lo spirito del “Te Duce Proficio”, motto della famiglia Antinori che significa “Sotto la tua guida io procedo”.

Il Marchese Piero Antinori e il Tignanello

“A distanza di 50 anni – racconta Piero Antinori – Tignanello non finisce mai di sorprendermi, annata dopo annata. Un vino a cui io e la mia famiglia siamo profondamente legati e che rappresenta per noi una sfida mai finita, l’ossessione a migliorarci, a porci sempre in discussione, a trovare margini qualitativi sempre più elevati”.

“Proprio pochi mesi fa – svela – abbiamo reimpiantato l’ultima parte del vigneto della collina di Tignanello, e il caso ha voluto che fosse proprio durante questo anniversario”.

“Da oltre sei secoli – conclude Antinori – la nostra famiglia ha un profondo legame con la città di Firenze, il mondo del vino e l’arte. I 50 anni di Tignanello ci hanno dato l’opportunità per unire e rendere omaggio a questi tre elementi che ci stanno particolarmente a cuore, nel segno del Rinascimento, sia vitivinicolo, che artistico”.

Piero Antinori con le figlie

 

Palazzo Antinori si anima con l’arte-esperienziale di Felice Limosani

La storica residenza di famiglia di Palazzo Antinori dialoga per la prima volta nella sua storia secolare con un’opera digitale di Felice Limosani, donando alla città di Firenze un’esperienza emozionante e contemplativa.

Su commissione della famiglia Antinori per le celebrazioni del 50° anniversario di Tignanello, l’artista ha reinterpretato le tecniche tradizionali di pittura paesaggistica e floreale utilizzando l’intelligenza artificiale e software generativi, creando ambientazioni surreali tra il figurativo e l’astratto, esaltando la maestosità della natura.

L’opera, visibile sulla facciata e nella corte del palazzo, trasforma le atmosfere del Chianti Classico in paesaggi onirici e giardini incantati.

La colonna sonora, composta dai suoni naturali di uccelli, cicale e grilli, evoca una dimensione sensoriale unica e immersiva.

L’installazione “ARS UNA”, inaugurata il 30 maggio in occasione di una serata a Palazzo Antinori, sarà liberamente visibile dal 31 maggio al 9 giugno, dalle 21 alle 24.

“ARS UNA”, sulla facciata di Palazzo Antinori, a Firenze

Marchesi Antinori affianca il Comune di Firenze per il restauro di Ponte Vecchio

L’iniziativa si accompagna al nuovo progetto di conservazione di Ponte Vecchio.

Parliamo del rimo restauro conservativo di questo tipo effettuato sull’opera, a cura del Comune di Firenze e supportato dalla famiglia Antinori.

La famiglia Antinori affianca il Comune di Firenze nel restauro conservativo di Ponte Vecchio

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