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I piccoli produttori di Chianti Classico sono forse fra coloro che guardano con maggiore attenzione al dibattito sulla possibile zonazione del Chianti Classico.
E’ con uno di loro, Lorenzo Sieni, dell’azienda agricola Montefioralle, che WeChianti ha fatto una chiacchierata.
Lorenzo Sieni, come valuta un “piccolo” come lei l’ipotesi di zonazione del Chianti Classico?
“Siamo sicuramente d’accordo sul concetto, speriamo solo che l’applicazione venga fatta con criterio e che possa essere realmente uno strumento di valorizzazione del terroir”.
A Montefioralle, così come a Panzano e Lamole, i produttori stanno portando avanti un lavoro di, per così dire, “zonazione volontaria”. Secondo lei con quali risultati?
“I risultati sono sotto gli occhi di tutti, credo che il lavoro fatto dalle tre associazioni citate abbia contribuito e creare una forte identità di queste tre sottozone del comune di Greve in Chianti. Le attività delle varie associazioni di viticoltori non hanno fatto altro che portare alla luce quelle che sono le caratteristiche peculiari e distintive di ogni zona, ad esempio la concentrazione e la potenza dei Chianti Classico di Panzano (soprattutto per quanto riguarda il versante della Conca d’Oro), l’eleganza e la finezza di quelli di Lamole, la splendida trama tannica e i profumi floreali di quelli di Montefioralle. Oltre alla ricerca poi di un carattere distintivo dei vini, lo strutturarsi in associazioni volontarie ha permesso poi ai vari viticoltori di instaurare una rete di collaborazione solida e perseguire insieme obiettivi importanti, come ad esempio la tendenza a creare un distretto bio e quindi spingere tutti i soci alla conversione biologica”.
Vediamola dalla parte di un consumatore mediamente “educato” al vino. Questa operazione può portare valore aggiunto?
“Assolutamente sì! La presa di coscienza che denominazione come quella del Chianti Classico possa essere composto da tantissime sfumature e diverse interpretazioni la rende molto più ricca e interessante”.
Lei e anche molto dentro al mondo-Fisar: vista da tecnico della degustazione, quale l’identità ad oggi del Chianti Classico… nel bicchiere?
“Credo di interpretare il parere di molti dicendo che l’identità del Chianti Classico oggi è sempre più legata al Sangiovese e agli vitigni autoctoni, al moderato uso del legno e alla riscoperta di un’interpretazione autentica del territorio, senza più la necessità di dover rincorrere i gusti “internazionali”. Cercando piuttosto di educarli alla nostra identità”.
Matteo Pucci
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