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“Questa casa viveva di libertà prima ancora che voi arrivaste”, così usa dire Gianfranco Sanguinetti a Demetria Verduci e Duccio Trassinelli.
Lui scrittore italiano, rivoluzionario e membro dell’Internazionale Situazionista negli anni ’70 insieme a Guy Debord ha vissuto proprio a San Cresci dove oggi ha sede la Macina di San Cresci (www.chianticom.com), residenza per artisti proprio a due passi da Montefioralle e Greve in Chianti.
“Dopo esserci occupati del restauro della colonica e insieme alla diocesi e alla sovrintendenza della Pieve di San Cresci, la più antica e importante del Chianti, abbiamo voluto creare qualcosa che mantenesse la vocazione artistica e culturale di questo luogo”, dichiara Mimma Verduci, “nel 2007 abbiamo così inaugurato la nostra residenza per artisti, una delle prime”.
Inserita nel network internazionale Res Artis, la Macina di San Cresci ospita artisti stranieri, soprattuto americani, australiani e canadesi “Qui trovano l’ambiente giusto per conciliarsi con il mondo, trovare pace e ispirazione”, spiega Duccio Trassinelli, artista e designer. Ma non solo, perché “molti di loro vogliono conoscere in modo profondo il territorio, hanno desiderio di scambio, di calarsi in questa realtà. Per questo li coinvolgiamo in una serie di attività che li porta a contatto con artigiani e artisti locali”.
Un lavoro importante capace di valorizzare e promuovere l’altra anima del Chianti, quella della lavorazione del cotto, dei piccoli artigiani, dell’arte, della cultura riconfermato anche da uno progetto di cui la Macina di San Cresci è promotrice e che sarà inaugurato probabilmente in primavera: Slow Road.
“Tutto è nato dalla costatazione che la Macina si trova all’interno di un anello di 8 Km già naturalmente percorso da turisti e residenti che comprende Greve, Montefioralle, San Cresci e Zano nel quale però mancano aree relax e di accoglienza”, specificano Demetria e Duccio.
E proseguono: “Abbiamo allora immaginato un progetto capace di porsi tre obiettivi importanti: coinvolgere i giovani, utilizzare materie prime del territorio come il cotto artigiano, accogliere i turisti”.
L’interesse della Regione Toscana, dell’Università di Firenze e delle amministrazioni locali, entusiasti dell’idea, ha permesso loro di andare avanti individuando le proposte più interessanti dei giovani designer della Facoltà di Architettura inserita nel Dipartimento di Design di Calenzano e passando poi alla fase di realizzazione delle sedute e delle aree relax.
A questo si aggiunge una mappa del percorso nella quale saranno segnalati gli atelier di artisti locali, che come Duccio da anni lavorano e vivono in questa zona. I turisti avranno così l’occasione di visitarli e vivere l’emozione di veder nascere un’opera d’arte.
“Quello che proponiamo è un format”, conclude Duccio,“che sperimentiamo nel Chianti e che potrà essere replicato anche in altre aree della Toscana”.
Luisa Carretti