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In un paese come San Casciano persino i negozi hanno un odore inconfondibile, di quelli che entrano a far parte della nostra vita tra i ricordi migliori di sempre, senza che noi ce ne rendiamo conto.

Siamo stati noi questi bambini in punta di piedi per leggere i nomi dei gusti di gelato sul bancone. Adesso siamo cresciuti ed un pezzo di pane ci avanza, ma ogni volta quel solito odore è capace di riportarci indietro nel tempo.

Mauro Marranci è sempre lo stesso: un sorriso per tutti ed un po’ di timidezza, ma un amore profondo per il proprio paese. E’ nato ed ha sempre vissuto qui, ma soprattutto ci ha lavorato quasi tutti i giorni dell’anno, fatta eccezione per il suo famoso giovedì di chiusura.

La latteria che porta il suo cognome ha aperto i battenti nel 1965: “Il mio babbo lavorava da Maglio, al Caminetto – sorride – ma te chi era Maglio non lo sai di certo, perché sei troppo giovane. Era uno dei due lattai del paese. Ristrutturò il locale e smise il latte, allora il mio babbo lo mise qui”.

Mauro Marranci

Mauro Marranci

Da qualche tempo è cambiata anche l’insegna del negozio, che era la stessa dal 1983: “Il gelato invece si fa dal 1978. Il mio babbo ha imparato da Maglio ed io mi sono fatto aiutare con le ricette”.

Mauro Marranci di comunità se ne intende, perché come dice una cliente che passa di qui durante la nostra chiacchierata questo negozio… fa comunità e riassume in sé tutte le generazioni possibili: gli anziani, le mamme ed i loro bambini si alternano in quest’ambiente in un flusso continuo.

Così la latteria Marranci non è mai vuota ed è facile rendersi conto di come più in generale stia cambiando tutta la società.

Lui ed il collega Paolo Faggioli, noto a tutti col soprannome di “Chiodo” si completano con la gentile Sandra Marranci, sorella di Mauro e moglie di Paolo.

La conversazione si conclude con una stretta di mano convenzionale ed un po’ imbarazzata, ma si vede subito che Mauro non è soddisfatto. Così, con un pochina di esitazione, sceglie un abbraccio stretto e sincero… ad un’altra bambina che ha visto crescere e che lo saluta sorridendo.

Martina Mecacci

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