Tutto comincia a vibrare. E ruota intorno al senso più profondo dell’identità ‘paesaggio’, simbolo di vita che profuma di poesia, luogo dell’anima che suona e canta inni alla gioia, gesto che soffia venti di libertà e descrive inconsueti moti del cuore.

Le visioni pittoriche che descrivono la metafora dell’esistenza, di un ecosistema esteriore ed interiore, aperto, consapevole e sensibile, nascono e si moltiplicano nelle alchimie di Domenico Monteforte, l’artista di Pietrasanta che con i suoi lavori più rappresentativi, esposti fino al 22 settembre tra le sale di Palazzo Malaspina, cuore storico e fulcro culturale di uno dei borghi più belli d’Italia, San Donato in Poggio (Barberino Tavarnelle), ha iniziato a scrivere una nuova storia d’amore sulla geografia dei sentimenti che approda per la prima volta nel Chianti.

Una narrazione che fa coincidere la ricerca di se stessi con l’atto stesso della genesi artistica.

“Terre di Toscana” è il titolo della mostra che si è aperta da qualche giorno nel cuore dell’estate chiantigiana, nell’ambito della stagione artistica e culturale, promossa, finanziata e organizzata dal Comune di Barberino Tavarnelle.

Nello storico edificio che domina il borgo medievale trovano spazio una trentina di opere, capolavori su tela e carta realizzati negli ultimi anni dall’autore versiliese, dedicati ai colori, alle forme, alle linee soavi e armoniose del paesaggio toscano.

Il linguaggio di Monteforte giunge a trasformare gli stessi supporti in opere d’arte mettendo in campo tutti gli strumenti espressivi che gli sono propri, tra cui la ricerca sperimentale e l’attitudine all’innovazione, l’eleganza cromatica, la gentilezza dei contrappunti, la passione per la campagna e i paesaggi toscani, dalle colline chiantigiane alla terra maremmana. 

Nelle tele monumentali e nelle opere di medie e piccole dimensioni, accolte tra i tre piani dello storico palazzo che il Comune di Barberino Tavarnelle ha adibito a centro per l’arte contemporanea, l’artista non indugia. Anzi osa.

È palese la sua predilezione che diventa impegno civico nel costruire armonie e principi di rasserenante convivenza tra comunità e territorio, tra contesti fisici e declinazioni psicologiche.

Con grande naturalezza Monteforte si abbandona al viaggio immateriale che lo avvicina al centro del mondo e gliene fa sentire il battito pulsante. Nella pittura il maestro cerca e trova il tocco concreto della felicità, afferrato per attimi fuggenti, per incontri indefiniti, per delicate riflessioni che scavano nel proprio intimo.

Domenico Monteforte coltiva una responsabilità che è anche un desiderio, un impeto che in fondo appartiene ad ogni uomo e ad ogni donna.

Ed è quello di riconoscere e dialogare con le proprie emozioni, di condividere i vissuti, le esperienze, i percorsi umani ed artistici con lo sguardo di chi sa vedere oltre.

Il legame imprescindibile che coniuga la bellezza della natura e l’universalità dell’arte contemporanea si prende cura dell’anima e libera l’artista da ogni pensiero portandolo ad esplorare nuovi mondi che si cibano di essenzialità.

È così che, dietro le ampie distese di ortensie, girasoli, papaveri, grano, dietro i campi ammantati di ginestre e lavande, tra i rami e le chiome degli ulivi, delle vigne, dei cipressi e delle querce non si nasconde solo il senso della meraviglia, dello stupore di fronte alla luce che fa brillare la campagna toscana.

Non vi è raffigurato solo il segno di una stagione che passa, l’immagine di una primavera, di un’estate, un notturno, un giorno che nasce ed un altro che muore.

Il paesaggio toscano di Domenico Monteforte, in cui la presenza umana è solo sottintesa e mai rappresentata, rivela un ciclo vitale di sentimenti profondi e stati dell’animo quali l’amore, l’attesa, la solitudine, la gioia, la quiete. Temi e valori che danno eternità a chi li tiene in vita.

“La mostra che abbiamo dedicato a Domenico Monteforte – spiega il sindaco David Baroncelli – mette in primo piano il talento poliedrico dell’artista, riconosciuto e premiato a livello internazionale, come attestano le numerose mostre allestite in Cina, in Giappone, negli Stati Uniti e in tutta Europa. Palazzo Malaspina espone alcune opere che nascono dal lavoro di ricerca di Domenico Monteforte, instancabile innovatore, che sperimenta le potenzialità artistiche della carta attraverso l’impiego di tecniche miste”.

“In mostra infatti – continua il sindaco – vi sono pagine di poesie, manoscritti, stralci di libretti d’opera e antichi pentagrammi scarabocchiati accostati e giustapposti ai paesaggi caratteristici della regione che dimostrano come il supporto e l’elemento pittorico possano diventare una cosa sola”.

 

La campagna che ripercorre e testimonia le radici della cultura toscana fa desiderare di essere pittori dell’anima. E non solo. Diventa fonte di ispirazione per Monteforte e il suo spirito che ama ondeggiare libero in tutte le stagioni della vita.

Tra le opere esposte si possono ammirare Collina in Toscana, Paesaggio dopo la pioggia, Quando il cielo si colora, Ouverture, Ginestre in Toscana, Uliveto, Campo rosso, Ginestre in Toscana, Provenza, Spring, Ortensie, Notturno, Riflessi, Notturno metafisico, Dopo la pioggia, L’attesa, Frammenti, Mi giri intorno leggera come un alito di vento e tante altre.

Al taglio del nastro della mostra era presente, oltre all’autore Domenico Monteforte e al sindaco David Baroncelli la storica dell’arte Nicoletta Matteuzzi, coordinatrice del Sistema Museale Chianti Valdarno.

DOMENICO MONTEFORTE

Nato a Pietrasanta (Lucca) nel 1966, Domenico Monteforte vive e lavora tra Camaiore e Forte dei Marmi.

Dal 2005 tre opere del pittore sono entrate a fare parte della collezione del Senato della Repubblica e si trovano presso Palazzo Madama, Roma. Nel 2007, durante un’udienza pubblica in Roma, un’opera pittorica di 80×60 cm, “L’albero della vita”, è stata donata al Santo Padre Papa Benedetto XVI. Nell’ottobre del 2010 ha ricevuto il premio “Torre di Castruccio” per le Arti, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Regione Toscana, “per l’impegno e per la qualità nel mondo dell’Arte, e per essere un esempio per le nuove generazioni”.

LA MOSTRA

Ingresso libero. Orario di apertura in agosto: lunedì, martedì e giovedì: 10-13 mercoledì: 16-22 venerdì, sabato e domenica: 10-13, 16-22.

In settembre: lunedì e martedì: 10-13 giovedì, venerdì, sabato e domenica: 10-13, 16-19.

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