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Federico Cerelli. Professione enologo: è lui la “mente” dietro ai vini prodotti da Castello di Gabbiano, una delle aziende agricole di maggior estensione nel territorio del Chianti Classico. Lungo la strada che da Mercatale va verso Greve in Chianti.

WeChianti lo ha incontrato. Per parlare di vino, di Chianti Classico, di territorio, di identità. Di presente e di futuro.

Castello di Gabbiano e vino: unisca per noi questi due concetti….

“Gemelli siamesi, direi! La produzione di vino costituiva una delle maggiori derrate della fattoria già nel XV secolo (da che abbiamo evidenza, ma c’è ragione di pensare che fosse antecedente). E’ rimasta tale nei secoli, ed oggi Castello di Gabbiano, uno dei più antichi produttori nel Chianti Classico, è anche uno dei più rappresentativi ed impegnati nel territorio (150 ettari in Chianti Classico è piuttosto eccezionale…)”.

Quale la filosofia che guida i vini di Castello di Gabbiano?

“Desideriamo che i nostri vini siano franchi interpreti del nostro territorio dal punto di vista stilistico, e prodotti di alta qualità, testimoni di un modello di viticoltura moderno e selettivo, cui abbiamo indirizzato tutti i nostri sforzi ed investimenti degli ultimi 17 anni. La qualità che oggi siamo in grado di produrre in vigna è la più importante garanzia della qualità del nostro vino. Oggi, poi, l’eleganza dei nostri vini toscani incontra il consenso di una parte di mercato che dieci anni fa ancora prediligeva uno stile grosso, ricco di legno (a cui ci si conformava malvolentieri, perché non era il nostro stile). Oggi possiamo permetterci un Sangiovese che esprima in pieno il nostro territorio, senza modularlo su note che non gli appartengono. Sono cambiate le tecniche di estrazione e anche le scelte dei legni e il loro impiego”.

Come si inseriscono nel territorio e nella denominazione del Chianti Classico?

“Più che inserirsi, ne hanno percorso e, forse, anche aiutato a tracciare un po’ la storia. Ancora oggi il Chianti Classico è la maggior produzione dell’azienda e quella cui l’azienda dedica ricerca, spazio e ogni sforzo di evoluzione e crescita. Siamo consapevoli di essere testimoni di un bagaglio importante e vogliamo aiutare a tramandare la nostra denominazione con la sua autenticità e straordinaria, naturale ricchezza”.

Quali i vostri mercati di riferimento? Quali quelli sui quali c’è, secondo lei, da investire?

“Indubbiamente il Nord America è il nostro mercato più importante , dove il marchio è conosciuto e riconosciuto dalla maggior parte dei consumatori. Ci sono molti mercati a cui stiamo cercando di avvicinarci , comunque seguiamo sempre i mercati dove la cucina Italiana sta crescendo; perché è con il buon cibo che potranno essere apprezzati i nostri vini”.

Cosa vorrebbe trasmettere a chi apre una bottiglia di un vino prodotto da Castello di Gabbiano?

“Un’emozione positiva, piacere. La sensazione chiara di gustare qualcosa di buono. Per gustare un bicchiere di vino buono non è necessario essere “professori”; piace e basta! Indipendentemente dalla consapevolezza di quali caratteristiche di quel vino sono apprezzabili e perché. Ovviamente, ci lusinga l’apprezzamento del consumatore esperto che riconosce nel nostro vino un prodotto pulito, ben fatto e uno stile elegante”.

P.M.

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