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Uniti nel segno di un territorio unico, dello stare insieme per promuovere una zona del Chianti Classico con caratteristiche speciali. La prima uscita dei “Vignaioli di Radda”, alla vigilia di “Radda nel Bicchiere”, al Convento di Casa Chianti Classico, è stata (a dire poco) un successo.

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Si respirava davvero una bella atmosfera. Sorrisi, voglia di collaborare, di raccontare e raccontarsi. “Una manifestazione importante – ha detto il sindaco di Radda Pier Paolo Mugnaini – perché i registi e gli attori sono i produttori. Un metodo valido per comunicare il frutto del loro lavoro. Mi piace anche il nome: “I Vignaioli” mantiene infatti il concetto della produzione di un vino legato al territorio”.

E’ ormai un dato di fatto che in tutto il Chianti Classico le varie zone si stiano dando da fare anche “in proprio”: Panzano, Lamole, Montefioralle, San Casciano, Castellina, Gaiole. Ovunque è un “fiorire” di associazioni spontanee fra chi produce Chianti Classico.

“E il Consorzio – ha detto a questo proposito il direttore generale Giuseppe Liberatore – crede molto nel rinnovato senso dell’associazionismo fra le aziende. Nell’integrare, a livello locale, la nostra attività: è un fenomeno interessante che spero prosegua in futuro”.

Per “I Vignaioli” ha parlato, fra gli altri, Roberto Bianchi (Valdellecorti): “Siamo di fronte a una collaborazione mai vista prima fra le aziende di Radda. Abbiamo creato tutto questo insieme, fra tutte le aziende che producono vino in questo che considero il cuore storico del Chianti antico”.

“Nei vignaioli raddesi – ha specificato – si è rafforzata la consapevolezza di avere un territorio potente e fragile in prestito, che è il frutto di fatica e lavoro di generazioni. Di contadini e di imprenditori. Un territorio che è frutto anche di visione, dedizione e lungimiranza degli amministratori, presenti e passati. Di amore e passione per una terra dura e delicata: una lunga storia di amore e di sfide che si concentra nei vini oggi”.

Eccezionale poi la mini-conferenza sul territorio di Radda in Chianti da parte dell’agronomo Andrea Frassineti, che di questi “poggi” e di queste valli conosce ogni pietra: “Radda ha 1.700 abitanti – ha spiegato – il 30% dei residenti lavora nei campi e nelle cantine”.

Numeri che parlano di un territorio che vive per il vino e con il vino: “Poco più di 30 aziende si occupano di agricoltura, 21 sono biologiche, abbiamo 700 ettari di superficie vitata (gran parte fra i 350 e i 450 metri, alcune si spingono verso i 600 metri) per una produzione di 3 milioni di bottiglie. Molti sono piccoli produttori, avendo fra i 5 e i 10 ettari”.

“A Radda – ha concluso prima della degustazione, con una “orizzontale” dell’annata 2013 e i banchi delle singole aziende – si fa vino di territorio legato a un ambiente che lo rende immediatamente riconoscibile. Ci sono componenti di area vasta, componenti antropici (la storia del luogo) e le scelte dell’uomo. Qua tutto si è fuso insieme grazie al lavoro e alla passione”.

Matteo Pucci

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