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C’era una volta il “vino da tavola”, appellativo usato in passato per definire quei vini prodotti al di fuori di alcuni disciplinari. Vini semplici – si diceva – senza particolari o significative caratteristiche, spesso destinati a tavole altrettanto semplici.

Prodotti che, grazie all’evidente forza qualitativa di alcuni suoi esemplari, hanno reso necessaria la nascita della definizione IGT, Indicazione Geografica Tipica (ricompresa poi nella categoria comunitaria IGP).

A questo genere di produzione si avvicinò, nel 1980, Vincenzo D’Isanto, commercialista fiorentino che, animato dalla propria passione per il vino, comprò un podere a Barberino Val d’Elsa e creò l’azienda agricola I Balzini.

Una passione, una vocazione, un vezzo direbbero appunto a Firenze, che Vincenzo decise di ponderare pazientemente per creare un prodotto caratterizzato da personalità e elenganza, un vino che potesse esprimere con forza il proprio territorio di appartenenza e trarre il meglio da quelle balze fatte di terra tufacea, a base di sabbie gialle e con forte presenza di fossili.

1987 balzini 2E’ così che dopo alcune sperimentazioni, consigliato dal maestro Giulio Gambelli, Vincenzo dà vita a I Balzini White balzini1987Label 1987; intrigante blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Canaiolo, maturato in piccole botti di rovere di Slavonia e immesso sul mercato nel 1991, a quattro anni da quella prima vendemmia.

Figlio di un’estata calda e umida, che l’ha nutrito con un aromonico connubio di sole e pioggia, I Balzini White Label 1987 è il primo anello di una catena produttiva che negli anni ha potuto continuamente rinnovarsi e diversificarsi. Tutto grazie al desiderio e all’audacia di Vincenzo, a cui non bastava fare un vino semplice, “da tavola”, appunto!

La stessa audacia la ritroviamo nella moglie Antonella D’Isanto, che da oltre dieci anni conduce l’azienda e che il 6 marzo ha osato rispolverare alcune di quelle prime 5.230 bottiglie, conservate da 30 anni con cura e attenzione, per farle degustare ai visitatori di Terre di Toscana.

A dimostrazione che la devozione per il proprio lavoro passa anche dalla fiducia verso le proprie scelte, a volte mosse da studi e ponderate valutazioni, a volte frutto di coraggiose scommesse.

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