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Fabrizio Ferrucci, detto “Maialino”, a Radda in Chianti è una istituzione: molti non riescono neanche a separarlo dalla sua Ape Piaggio imbandierata, con la quale sfreccia per le vie del borgo chiantigiano.

E’ il proprietario del “Bar Dante”, all’ingresso di una delle porte del paese, da ben 33 anni: “Dal 15 gennaio 1984” ci dice scandendo bene la data di inizio della sua avventura dietro al bancone.

Raddese doc (“anzi, selvolese” tiene a dire) è anche proprietario di una enoteca, al civico 4 di via Roma, che proprio in questi giorni è in pieno fermento per un ampliamento che la renderà ancora più bella e fornita.

“Le cose vanno bene e quindi l’ho ampliata –  ci dice con il sorriso che solo le persone sincere possono avere dipinto in volto – Lì facciamo solo vendita di vino e degustazioni. Non serviremo da mangiare, visto che abbiamo vicinissimo il nostro bar”.

“Come vedo Radda in Chianti? Molto bene – risponde di getto – E’ il paese più bello del mondo: e per fortuna adesso sta anche arrivando un po’ di lavoro da fuori”.

Lo dice facendo riferimento al nuovo stabilimento di Celine (la grande griffe della pelle a livello internazionale), che sarà costruito alla rotonda della Villa. E di cui qui si parla ormai a ogni angolo di Radda e nei paesi limitrofi: del resto porta lavoro e futuro.

Sarebbe però riduttivo definire il “Bar Dante”… solo un bar. E’ la stessa storia professionale di Fabrizio a raccontarcelo, sono anche i deliziosi piatti che serve (“Facciamo tutto noi”) a confermarlo.

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“Prima di aprire il bar – ci racconta – ero “chef de rangue” negli Stati Uniti a Washington, alla Cantina d’Italia. Era un locale famoso nel mondo: a tavola abbiamo avuto Henry Kissinger, Jimmy Carter, Ted Kennedy. Ma anche campioni come Pelé e Cruiijf“.

“Come ci ero arrivato? Ero partito per correre dietro a una donna!” dice ancora con il sorriso a tutta faccia. “Poi sono tornato ai primi anni Ottanta: ho lavorato per un anno e mezzo per un collezionista di arte, due anni a Milano. E poi rilevato l’attività del Bar Dante”.

Guarda con sospetto alla cucina moderna e a programmi come “Masterchef”: “Eravamo abituati a fare cose semplici. Ma cosa vuoi mangiare di meglio quando abbiamo il miglior prosciutto del mondo, formaggi, vino… invece molti tendono a complicare le cose semplici”.

Matteo Pucci

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