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Prima degli anni ’50 del ‘900 il combustibile più usato per cucinare e per riscaldarsi era la legna e il carbone di legna.

In ogni casa o appartamento, dove non arrivava il gas “illuminante” c’era un focolare e dei fornelletti in muratura collocati alle estremità del focolare stesso, dove veniva messo il carbone o la carbonella per produrre calore sufficiente a scaldare un piccolo recipiente, di solito di terracotta invetriata.

Per le occasioni di maggior impegno veniva adoperato il piano del focolare, e per sollevare le pentole e i tegami c’erano i treppiedi di ferro battuto, dove sotto veniva stesa la brace che il focolare produceva via via che veniva messa della legna ad ardere.

Per avere l’acqua calda era appeso ad un catenaccio “il calderotto” (paiolo col coperchio). Nelle occasioni di maggior vivacità familiare ci poteva essere anche un imponente girarrosto con sotto la leccarda per fare le “patate alla leccarda” oltre all’arrosto girato, composto di solito da: filetto di carne di maiale, fegatelli, e selvaggina di piccolo taglio.

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Nelle case, dove non c’era la possibilità di avere legna propria, era necessario l’aiuto di… Guido il carbonaio, che provvedeva a rifornire di ceste piene di legna e “corbelli” di carbone.

La plastica non era stata ancora inventata e tutti i recipienti usati erano ricavati dal sapiente intreccio di materiale di origine vegetale; le ceste e i corbelli erano fatti con delle strisce di legno ricavate da piccoli tronchi di “polloni” di castagno.

Il carbone e la carbonella veniva fatto quando veniva tagliato (coltivato) il bosco, ammucchiando sapientemente la legna, in una specie di piramide mozza e ricoperta con delle zolle di terra per impedire l’eccessiva ossigenazione e quindi l’incenerimento, invece la legna doveva carbonizzarsi per il calore e non bruciare; questo l’avrebbe fatto dopo.

paioloSe non si raggiungeva la completa carbonizzazione alla riaccensione si aveva la fumigazione, e invece di carbone si chiamava tizzone e faceva fumo e fiamma. Per trasportare questo materiale aveva un barroccio e un cavallo col quale condivideva le sue fatiche.

Molta di questa attività cambiò dopo gli anni ’50 perché il carbone venne in parte sostituito dal gas in bombole e i caminetti dalle cucine a legna, che avevano ancora bisogno di catasta ma ridotta a pezzetti adatti a entrare nel piccolo focolare.

Il carbone perse piano piano la funzione primaria per divenire un prodotto di cosiddetta “nicchia”. Il cavallo venne sostituito da un mezzo meccanico e finì l’epoca” romantica”, entrando così nella “civiltà dei consumi”… .

Roberto Borghi

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