Il Chianti Classico ispira artisti dai tempi di Vasari e Leonardo, che lo hanno immortalato e reso famoso già nel 1500.

È stato il celebre biografo dei grandi artisti a sugellare il binomio arte-Gallo Nero, con la sua celebre Allegoria nel Salone dei 500 a Palazzo Vecchio, in cui è ritratto il Chianti come un imponente vegliardo sul cui scudo campeggia un Gallo Nero.

Oggi è l’arte contemporanea a offrire una nuova lettura del territorio chiantigiano e del suo prodotto più nobile, il vino del Gallo Nero, nell’ambito di nuovo progetto artistico, promosso dal Consorzio Vino Chianti Classico e curato da Francesco Bruni e Giuseppe D’Alia.

Protagonista assoluta di “A(rt) message in a (Chianti Classico) bottle” è la bottiglia bordolese, la tipica forma con cui sono conosciuti i vini Gallo Nero in tutto il mondo, che è stata reinterpretata e trasformata in un’opera d’arte urbana da sette artisti visivi.

Differenti per generazione, provenienza, tecniche e linguaggi: ognuno ispirandosi liberamente alle suggestioni dei vini e dei paesaggi del territorio e assecondando le specificità della propria ricerca artistica.

Nian (a Vagliagli, Castelnuovo Berardenga), Mono_graff (a San Donato in Poggio, Barberino Tavarnelle), Rachel Morellet (a San Casciano) e Letizia Pecci (a Greve in Chianti) hanno eseguito  i rispettivi interventi pittorici e materici sulla riproduzione tridimensionale in legno di una bottiglia “bordolese” oversize  (di quasi 3 metri di altezza), utilizzando la superficie come fosse una tela bianca.

Giuseppe Guanci (a Radda in Chianti) ha costruito la sua scultura con slancio architettonico, in un intreccio di materiali metallici.

Cecco Ragni (a Castellina in Chianti) invece ha creato ex novo la forma eterea di una bottiglia, smaterializzata in linee di rame.

Mentre per Silvia Canton (Gaiole in Chianti) l’espressione artistica ha preso la forma di un metallo prezioso come l’oro e di un materiale nobile che sfida il tempo, come il sughero, uniti in un suggestiva bordolese.

La bottiglia di Silvia Canton è realizzata in collaborazione con Amorim Cork Italia, azienda leader nella produzione di chiusure  in sughero, da anni impegnata nel recupero e nel riciclo dei tappi con la  mission di valorizzare il sughero, in modo differenziato, innovativo e sostenibile.

Ogni opera è collocata in esposizione temporanea in sette comuni del Chianti Classico, dando luogo alla mostra diffusa “A(rt) message in a (Chianti Classico) bottle”, che disegna un itinerario eno-artistico, tra arte contemporanea e vini da degustare.

Sarà possibile conoscere la collocazione delle opere consultando il sito web del Consorzio, www.chianticlassico.com (qui).

Il progetto MEET Chianti Classico ART si inserisce nel contesto artistico più ampio del territorio, dove l’arte si fonde da sempre con la filosofia chiantigiana, e testimone di questo sono le numerose opere d’arte in esposizione nelle collezioni permanenti delle aziende vitivinicole.

Inoltre, la collettiva di “A(rt) message in a (Chianti Classico) bottle”, dal 29 giugno fino alla fine di ottobre, nei suggestivi ambienti di Casa Chianti Classico, ospiterà 14 opere degli artisti di questa edizione della mostra, un’occasione davvero unica per gli appassionati di arte.

Il Consorzio mette quindi a disposizione del proprio territorio un progetto ampio di promozione in sinergia con tutte le altre iniziative che toccano l’arte, la musica, il teatro e il vino, rivolte ai turisti e ai cittadini con lo scopo di esaltare la vocazione culturale del Chianti e delle sue produzioni di eccellenza.

 

Le sette bottiglie/opere

“Questa terra è fonte di ispirazione per gli esponenti di varie forme artistiche da secoli – dichiara Carlotta Gori, direttore del Consorzio – Come un vino che trae le sue caratteristiche identitarie dal luogo da cui proviene, anche queste opere sono fortemente connotate dal loro legame con la loro musa, la bottiglia di Chianti Classico”.

“E per questo – conclude – vivono in dialogo con i luoghi in cui sono state installate, nei nostri bellissimi borghi, per raccontare con forme nuove una storia secolare”.

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