Una storia viene dal passato e un’altra storia si costruisce nel presente.

I ricordi dei nonni e dei residenti di San Donato in Poggio che ricordano, testimoniano, raccontano la tradizione dell’Infiorata di molti anni fa.

Quando la manifestazione, nell’immediato dopoguerra, aveva le caratteristiche di un’allegra e colorata competizione tra le famiglie che abitavano lungo via del Giglio.

Ricordi che si intrecciano al senso di comunità che non si è mai perso, ai valori di un borgo che valorizza la memoria come ponte di amicizia tra le generazioni e i valori di socialità.

I sandonatini Livia Ceccatelli e Roberto Cresti duettano, si accompagnano in due diverse fasi del viaggio a ritroso, mostrano le foto storiche, custodite gelosamente negli archivi di famiglia.

Sotto gli occhi dei compaesani puntati sulle immagini in bianco e nero, di un tempo sospeso, lento, costruttivo dello stare insieme. E dell’impegnarsi uniti per amore del loro territorio.

 

Livia rievoca le origini dell’iniziativa, nata nei primi anni Cinquanta.

“Ero una ragazzina, vivevo al primo piano di Palazzo Pretorio, ricordo bene il senso di libertà che si respirava in quei giorni di festa – sottolinea – Ci divertivamo a gareggiare con i miei coetanei del Fondaccio, poco più avanti, riempivamo di fiori di campo l’intera via del Giglio e vinceva chi riusciva a finire prima o meglio a creare il tappeto più bello e artistico, ispirandosi ai disegni che ognuno conservava”.

Un altro particolare torna alla mente di Roberto, uno dei più operosi volontari della rinascita dell’Infiorata avvenuta negli anni Ottanta.

“Non c’era famiglia – evidenzia – che non si desse da fare, tutti contribuivano e allestivano quadri profumati davanti al proprio portone di casa, era così che il paese rifioriva, come un mosaico di colori, geometrie che faceva entrare la natura nel borgo”.

Il passaggio del testimone è una mano che tocca l’altra, bambine e bambini, ragazze e ragazzi lavorano insieme, con i consigli e i suggerimenti degli adulti.

Tutti all’opera prima con i disegni geometrici e le forme simboliche della tradizione cristiana tratteggiati prima con il gesso, poi con la composizione naturalistica riempita con trucioli, petali di rose, fiori di ginestra e grani di sale grosso, novità quest’ultima introdotta dai più giovani.

Il risultato è una festa multicolore e vitale, quella andata in scena domenica 11 giugno nel borgo sandonatino.

Un omaggio al Corpus Domini, arricchito dalla creazione di straordinari tappeti floreali che tutta la comunità, coinvolta e partecipe, ha steso sull’antico selciato di San Donato in Poggio per il passaggio della processione religiosa guidata da don Hervè.

 

“Il ritorno pieno, collettivo della tradizione dell’Infiorata – dichiara orgoglioso il sindaco David Baroncelli – che ha preso vita ieri a San Donato, gemma del nostro territorio consacrata come uno dei borghi più belli d’Italia, ha offerto un virtuoso esempio di cittadinanza coesa e attenta”.

“Che si prende cura di sé – rimarca – attraverso la migliore espressione del volontariato culturale e realizza concretamente i valori di unità, cooperazione e solidarietà di cui è fatta l’Italia democratica, libera. L’Italia che costruiamo giorno dopo giorno e vogliamo per le generazioni che verranno”.

“Un ringraziamento – conclude il primo cittadino – ai giovani, alla parrocchia, alla Pro Loco, ai tantissimi volontari e volontarie che hanno contribuito alla realizzazione di questa meravigliosa tradizione del passato che si innova e si riempie di significati contemporanei. Riusciamo a fermare la clessidra del tempo con il nostro essere, vivere, fare comunità”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi altri articoli...