Cucinare nelle case, nelle cucine delle persone. Seguendo i ritmi della natura, le stagioni, l’orto. E’ quello che, nel nostro territorio, fa Laura Sogli.
Laura ha iniziato il suo percorso come giocatrice di basket e, dopo le partite, amava accogliere gli amici a casa, dando vita a serate fatte di ricette e convivialità.
Cucinare non era solo una passione, ma un modo per creare legami: vedere il sorriso di chi assaporava i suoi piatti era per lei il più grande balsamo. La cucina diventava così un linguaggio silenzioso di affetto e condivisione.
Ci accoglie nella sua casa, immersi in un mondo fatto di erbe spontanee in essiccazione, barattoli colmi di tisane, fermentazioni in corso, cinorroidi (i frutti della rosa canina) in trasformazione e una dispensa traboccante di carciofi, pomodori, melanzane, capperi e persino boccioli d’aglio.
Come è nata la tua passione per la cucina?
“Così, quasi per gioco. All’inizio non avevo consapevolezza della stagionalità o delle piante spontanee. Quella consapevolezza è arrivata dopo, trasferendomi nel 2016 e conoscendo persone legate alla terra”.
Come si è trasformata in un lavoro?
“Pian piano. All’inizio cucinavo per amici, poi per ospiti di agriturismi. Il passaparola ha fatto il resto. Oggi lavoro tra San Casciano, Barberino Val d’Elsa e Bucine, gestendo piccole produzioni e cucine private”.
Che tipo di cucina proponi?
“Una cucina legata alla natura e alla stagionalità. Non mi sovrappongo alla cucina toscana classica: preferisco piatti più particolari, usando erbe spontanee e ingredienti raccolti da me. Il mio stile è artigianale, fatto in casa, rispettoso della natura e dei ritmi lenti2”.
Raccogli anche erbe spontanee?
“Sì. Esistono erbe spontanee mangerecce, erbe per decotti e macerati, piante e fiori che si usano sia in cucina che per tisane. Tutte sono raccolte fresche, ma alcune prendono la via della cucina mentre altre vengono avviate a un’essiccazione controllata per preparare tisane o oleoliti. Ogni pianta ha il proprio periodo balsamico, il momento migliore per la raccolta. Ho imparato attraverso studi, esperienze dirette e continui aggiornamenti”.
Da dove provengono gli ingredienti che usi nelle tue preparazioni?
“Tutti i prodotti che utilizzo vengono dai miei orti o da piccoli orti condivisi con altre persone che, come me, amano rispettare i tempi della natura. È una rete di collaborazione semplice e genuina, dove ognuno mette a disposizione quello che coltiva: pomodori, carciofi, erbe spontanee… . È un modo per sostenersi a vicenda e offrire ingredienti davvero autentici”.
Come organizzi il tuo lavoro?
“Faccio tutto a domicilio: arrivo con la spesa e cucino direttamente a casa delle persone. Non sono un catering: preparo tutto sul momento, rispettando l’ambiente in cui mi trovo. Preparo un menù su misura per ogni occasione. Con il tempo si è creato anche un piccolo team di lavoro, basato sulla stima reciproca e su rapporti professionali solidi. A seconda delle richieste e del numero di ospiti, ci organizziamo in squadra: c’è chi arriva dalla zona del Valdarno, chi da quella di Antigiano. Mi occupo di tutto, dall’antipasto al dolce, senza trascurare nessuna parte del menù”.
Come gestisci gli scarti in cucina?
“Nella mia cucina lo scarto non esiste: tutto viene trasformato, recuperato, valorizzato. Le bucce diventano brodi o basi per fermentazioni, le erbe meno fresche si essiccano per le tisane, ogni parte di un ingrediente trova una nuova vita. È un approccio che nasce dal rispetto per quello che la natura ci offre e dalla volontà di non sprecare nulla”.
Collabori con strutture turistiche?
“Sì, ma seleziono pochi partner per gestire bene il carico di lavoro. Alcune ville turistiche propongono ai loro ospiti esperienze di raccolta e cucina, che organizzo su misura”.
Ti occupi anche di conservazione degli alimenti?
“Assolutamente. Preparo conserve di stagione, come i carciofini sott’olio, usando solo olio biologico di qualità. Per me è una forma di meditazione. Ogni fase segue regole precise per garantire sicurezza e qualità”.
Preferisci una cucina vegetariana?
“La mia proposta è prevalentemente vegetale, ma su richiesta preparo anche piatti a base di carne, rigorosamente selezionata da filiere etiche, come la selvaggina locale”.
Quali sono le tue influenze più forti?
“La curiosità. Vado tuttora in bicicletta per chilometri, ogni giorno, osservando i cambiamenti della natura. Ho studiato sui libri, fatto foraging, raccolto esperienze, e continuo a farlo incessantemente. Questo approccio ha modellato il mio stile di cucina, basato su ingredienti genuini e trasformazioni semplici”.
Progetti futuri?
“Sto vivendo un periodo di trasformazione. Mi piacerebbe avere un piccolo spazio mio, collaborare con qualcuno che condivida i miei valori, e continuare a crescere professionalmente, sempre con rispetto per la terra e per i suoi doni”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA