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A volte capita di imbattersi, nelle nostre campagne chiantigiane, in tabernacoli, vecchi lavatoi, cappelle votive, antiche fonti.
Pezzi di storia il più delle volte ignorati e abbandonati al loro destino, al loro degrado.
Per fortuna, e non mancano, ci sono persone che vanno alla ricerca delle proprie radici, della storia locale. Impegnandosi nella loro riscoperta e, successivamente, nella loro rinascita e tutela.
Stavolta il merito è tutto del barberinese “doc” Bruno Rinaldi, scomparso nel marzo 2020.
Grazie anche a lui è tornata alla luce, a Petrognano (località di Barberino Val d’Elsa), la monumentale sorgente dell’acqua dedicata a Santa Caterina da Siena, conosciuta anche come la Fonte del Latte.
Si dice infatti che le puerpere povere di latte, bevendo acqua della fonte, avevano dei benefici e riuscivano così a svezzare i loro bambini con il proprio latte.
Bruno Rinaldi la ritrovò completamente avvolta dai rovi, nel dimenticatoio di una storia che era andata avanti lasciandola a se stessa.
Ed è rinata con l’aiuto dei volontari del gruppo archeologico di Barberino e Tavarnelle “Achu”, la collaborazione dei proprietari del terreno (i conti Venerosi Pesciolini) e dell’Unione comunale di Barberino e Tavarnelle.
Adesso questo luogo, davvero magico, è accessibile a tutti: e sono molte le persone che vi si recano ancora a prendere l’acqua da portare a casa.
Una passeggiata fino alla Fonte del Latte diventa quindi un qualcosa di dopo straordinario.
Come raggiungerla?
E’ molto semplice: si arriva al borgo di Petrognanno da Barberino Val d’Elsa in direzione Certaldo.
Superato il borgo, dopo circa duecento metri sulla destra c’è un Tabernacolo e una stradina che che scende giù.
Si prende quella strada e dopo pochissimo si arriva alla Fonte del Latte.
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