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Otto annate di Chianti Classico a confronto, dalla 2012 alla 2019: eccola la panoramica del Consorzio Vino Chianti Classico sugli ultimi anni di “Galli Neri” in bottiglia (o ancora in cantina).

Con il 2019 possiamo affermare di essere tornati a un’annata classica nel territorio del Gallo Nero.

L’inverno e l’inizio di primavera, relativamente miti e asciutti, hanno permesso un germogliamento regolare. Le piogge nella seconda parte della primavera hanno invece facilitato la creazione di importanti riserve idriche, che sono state utili ad affrontare un’estate calda, ma regolare e caratterizzata da ridotte precipitazioni.

Il clima fresco ed umido durante il mese di maggio ed i primissimi giorni di giugno ha lievemente ritardato il ciclo vegetativo della vite rispetto agli ultimi anni, con un cadenzarsi dei tempi che ricorda le grandi annate degli anni ’80.

Ad un’estate calda ma regolare senza particolari picchi di calore o abbondanti precipitazioni è seguito un settembre caratterizzato da bel tempo e grandi escursioni termiche, fra giorno e notte, che hanno permesso la perfetta maturazione fenolica delle uve e il generale innalzamento del profilo aromatico.

La vendemmia del Sangiovese è iniziata, a seconda delle diverse zone, verso il 20 settembre e si è conclusa nella seconda decade di ottobre. Le uve al momento dell’arrivo in cantina si presentavano perfettamente sane e di grande qualità.

Anche se è ancora presto per valutazioni conclusive, i vini atti a divenire Chianti Classico 2019 si prospettano freschi ed equilibrati grazie ad un buon rapporto fra forza acida e tannini, con una giusta concentrazione e un ottimo profilo aromatico.

Il tenore alcolico è leggermente inferiore rispetto alla media degli ultimi anni, una caratteristica che incontra la tendenza del mercato.

Sintetizzando quanto sopra, siamo di fronte ad un’annata eccellente, in grado di esaltare al meglio le caratteristiche del Sangiovese e le sfaccettature di un territorio, così variegato dal punto di vista di diversità di suoli e microclimi, come quello del Gallo Nero.

I futuri vini Chianti Classico 2019 presentano valori di estratto, antociani, polifenoli e profumi varietali di grande unicità e concentrazione.

Anche dal punto di vista quantitativo l’annata ha offerto un risultato molto positivo: quasi ovunque le piante hanno prodotto una quantità di uva in linea con quanto previsto dal disciplinare di produzione ed anche le rese, seppur ancora non definitive, sembrano essere nella norma (produzione totale: circa 300.000 hl).

2018

Produzione totale: hl. 275.000

L’annata 2018 nel territorio del Chianti Classico ha avuto un andamento climatico discontinuo con mutevoli situazioni meteorologiche che si sono alternate durante tutto il periodo che interessa il ciclo vegetativo del vigneto.

Al contrario dell’annata precedente, durante la quale per tutta la primavera e l’estate abbiamo avuto un lunghissimo periodo di siccità e temperature molto elevate, nel 2018 la caratteristica principale è stata proprio la mancanza di continuità della stagione asciutta e soleggiata.

Dopo un inverno tutto sommato abbastanza freddo, specialmente nell’ultimo periodo, durante il quale si sono registrate delle nevicate e delle giornate con temperature molto rigide, anche di alcuni gradi sotto lo zero, si è registrata una primavera all’insegna della variabilità.

E’ stato un continuo susseguirsi di giornate soleggiate alternate a periodi più o meno brevi di piogge, frequentemente anche intense. Tale situazione si è protratta per tutta la primavera e per buona parte dell’estate.

L’elevato e costante tasso di umidità unito al fatto che in certi periodi le piogge si sono manifestate quotidianamente hanno creato molto lavoro nella gestione fitosanitaria del vigneto.

Anche durante i mesi estivi la situazione non si è troppo regolarizzata perché fino ai primi giorni di settembre si sono verificati alcuni temporali che hanno provocato un innalzamento del tasso di umidità mantenendo le temperature su valori abbastanza freschi rispetto alle medie stagionali del nostro territorio, con un conseguente allungamento del processo di maturazione delle uve.

Per gli agronomi non è stato semplice mantenere in equilibrio le piante che hanno continuato a vegetare fino ad agosto inoltrato.

Fortunatamente la situazione si è regolarizzata nel mese di settembre: con una vera e propria inversione di tendenza, si sono susseguite giornate soleggiate, calde, ma con una buona escursione termica fra giorno e notte, che ha consentito il completamento del processo di maturazione delle uve e un tranquillo svolgimento delle operazioni di raccolta.

La vendemmia delle uve di Sangiovese è iniziata, a seconda delle diverse zone, verso il 20 di settembre e si è conclusa nella seconda decade di ottobre.

I risultati quantitativi sono stati superiori al 2017 ma ancora di poco inferiori rispetto alla media delle ultime annate. I motivi sono da ricondursi soprattutto allo stress che ancora molti vigneti hanno manifestato in conseguenza della carenza idrica e delle gelate primaverili dell’anno precedente.

Dal punto di vista qualitativo l’annata per coloro che sono riusciti a vendemmiare abbastanza tardi è stata senza dubbio molto buona. I vini che ormai quasi ovunque hanno completato la fermentazione malolattica risultano molto interessanti.  Nella maggior parte dei casi sono prodotti equilibrati, con una buona forza acida abbinata a tannini molto dolci e ben maturi, di ottima struttura ed altrettanta sapidità.

I vini atti a divenire Chianti Classico 2018 sono in generale prodotti con una giusta concentrazione, con un buon profilo aromatico, freschi, molto piacevoli che sicuramente saranno molto apprezzati in diverse fette di mercato. Una buona parte della produzione 2018 presenta caratteristiche chimiche ed organolettiche idonee anche per un periodo di medio-lungo invecchiamento.

2017

Produzione totale: hl. 206.000

Andamento stagionale: Il 2017 ha messo a dura prova i nostri viticoltori.  È stato infatti uno degli anni più siccitosi degli ultimi decenni. I primi mesi dell’anno sono stati variabili, con qualche pioggia solo nell’ultima parte di febbraio e marzo. Dal mese di maggio in poi le precipitazioni sono state davvero sporadiche.

A questo si è aggiunta la costanza di temperature sempre al di sopra della media stagionale che in alcuni periodi, specialmente nei mesi di luglio e di agosto, hanno raggiunto picchi molto elevati.

Il fenomeno eccezionale di gelate tardive in primavera ha causato una diminuzione della quantità potenziale, ma questa riduzione si è rivelata favorevole nelle successive fasi di sviluppo del frutto, perché la minor quantità ha evitato un eccessivo stress sulle viti in condizioni di scarse piogge e temperature elevate, garantendo così un regolare completamento della maturazione delle uve. A favorire la conclusione del ciclo produttivo hanno concorso anche le piogge nei primi giorni di settembre, non molto abbondanti, ma sufficienti nell’ultimo stadio pre-vendemmiale.

Per fronteggiare un andamento stagionale anomalo, mai come in questo anno è stato fondamentale porre grandissima attenzione alla conduzione del vigneto. Grazie a questa cura, precisione e assiduità nelle lavorazioni, operata dai nostri viticoltori, siamo riusciti a portare in cantina uve sane e di ottima qualità.

Le quantità di uva prodotta nel territorio del Gallo Nero hanno registrato un calo – come è successo in tutto il resto del Paese. La produzione di Chianti Classico 2017 è di 206.000 hl (riduzione di circa 27% rispetto all’anno precedente), il quantitativo più basso degli ultimi 40 anni.

A fronte di una riduzione importante della quantità prodotta, a livello qualitativo i vini del 2017 rivelano, dai primi assaggi, piacevoli sorprese. Già dal colore danno ottime sensazioni, perché in generale, ci troviamo di fronte ad intensità e tonalità molto interessanti, vivaci e profonde. Note particolarmente gradevoli si ritrovano anche nel profilo aromatico che risulta, al momento, molto intenso, vario con importanti note fruttate.

Al gusto i tannini sono generalmente ben maturi e morbidi. Complessivamente quindi un’annata molto piacevole che, nonostante gli scetticismi iniziali, ha prodotto vini di qualità che fanno ben sperare anche per una loro futura evoluzione.

2016

Produzione totale: hl 281.000

Andamento stagionale: il profilo dell’annata 2016 è stato regolare, senza registrare problemi sanitari in vigna.

L’unico evento che ha destato l’attenzione dei vignaioli sono state le scarse precipitazioni sul finire del mese di luglio al momento dell’invaiatura, ma lo stress idrico è stato superato grazie alle piogge di fine agosto e di inizio settembre.

L’equilibrio è stato sostenuto anche grazie alla costanza del caldo, senza picchi eccessivi dell’ultimo mese, che ha aiutato la maturazione delle uve, senza fenomeni di sovra-maturazione o cottura del frutto.

L’estate è stata ottima nell’insieme, caratterizzata da poca piovosità e da temperature elevate nei mesi di luglio e agosto, ma soprattutto da un’accentuata escursione termica notturna, tale da far prevedere vini con profili aromatici elevati e con un’ottima acidità.

Un’annata che, più di altre, esalterà le caratteristiche del Sangiovese: dai valori in estratto, antociani, polifenoli e profumi varietali di grande unicità e concentrazione.

2015

Produzione totale: 300.000 hl

Andamento stagionale: l’annata 2015 nel Chianti Classico può considerarsi eccellente per il risultato ottenuto nella qualità ineccepibile delle uve, grazie all’andamento climatico regolare.

L’inverno è stato mitigato con alternanza di qualche giornata fredda, con temperature sotto lo zero. Primavera molto mite con temperature medio-alte favorevoli ad un germogliamento vegetativo regolare.

L’estate è stata ottima nell’insieme, con poca piovosità e con temperature elevate nei mesi di luglio e agosto, ma compensate da una buona escursione termica notturna.

Tutte le fasi fenologiche (gemmazione, fioritura, allegagione e invaiatura) sono state perfette. L’annata è da considerarsi quindi di altissimo livello qualitativo. Un’annata che, più di altre, ha esaltato le caratteristiche del Sangiovese: dai valori in estratto, antociani, polifenoli e profumi varietali di unicità e concentrazione.

2014

Produzione totale: 293.000 hl

Andamento stagionale: il 2014 stato un anno caratterizzato da forti escursioni termiche e da una piovosità abbondante con piogge brevi ma copiose, alternate a giornate ventilate e temperature sotto la media. Tutto questo ha messo a dura prova i viticoltori, ma chi ha preso la decisione di diradare in più fasi ed ha posto molta attenzione ai propri vigneti nei periodi di sviluppo vegetativo è riuscito a ottenere prodotti di ottima qualità.

Il lavoro dei tecnici e dei vignaioli portato avanti nei mesi precedenti la vendemmia ha determinato un sicuro successo nel raggiungimento di standard qualitativi di un 2014 figlio di un’annata molto particolare.

Molte aziende hanno dovuto investire in mano d’opera e ore di lavoro per controllare le problematiche derivanti dall’eccessiva umidità, intervenendo con diradamenti e asciugando e disinfettando le aree più a rischio (vigneti a bassa quota). In effetti, alla fine dell’estate, per i viticoltori dell’Italia centro-settentrionale, si prospettava una delle vendemmie più problematiche della storia.

Nessuna eccezione per il Chianti Classico, dove le condizioni climatiche hanno favorito in alcune zone anche l’attacco di parassiti. I primi campioni di uve del territorio, raccolti a fine agosto, si presentavano ancora non del tutto invaiati e con un’elevata acidità.

Tuttavia, le favorevoli condizioni climatiche del mese di settembre e della prima metà di ottobre, con giornate estive e notti fresche, hanno consentito alla pianta una maturazione graduale ma completa che ha permesso, a metà ottobre, di vendemmiare uve (in particolare il Sangiovese) in grado di produrre vini eleganti ed equilibrati, con una spiccata componente aromatica ed acida, perfetta per il loro successivo invecchiamento.

I vini del 2014 hanno un carattere non convenzionale, con un colore molto intenso grazie alla buona estraibilità degli antociani ma con l’impronta tangibile del Sangiovese, che conferisce struttura e armonia al vino per l’elevato corredo in polifenoli. Nonostante le difficoltà incontrate nelle varie fasi pre-vendemmiali, la produzione di Chianti Classico 2014 è risultata buona anche a livello quantitativo, sopra le medie degli ultimi anni.

2013

Produzione totale: 258.000 hl

Andamento stagionale: da un punto di vista strettamente meteorologico il 2013 ha registrato nel primo semestre un’elevata piovosità con una tendenza a temperature che spesso si sono stabilizzate sotto le medie dei periodi di riferimento: a un inverno vero, che quest’anno ha riportato spesso in Chianti temperature vicine allo 0, ha fatto seguito una primavera che ha tardato a invertire una tendenza prettamente invernale causando una fioritura tardiva.

Il caldo arrivato veramente intorno alla metà di luglio ha accelerato i processi di maturazione delle uve, che ha proseguito con regolarità durante un’estate dalle temperature  tipiche della stagione e da un settembre perfetto che ha accentuato le escursioni termiche già registrate in estate e ha permesso una maturazione delle uve decisamente equilibrata.

Il lavoro dei tecnici e dei vignaioli portato avanti nei mesi precedenti la vendemmia ha determinato un sicuro successo nel raggiungimento di standard qualitativi.  Se i primi campionamenti delle uve Sangiovese, vera anima del Chianti Classico, avevano già evidenziato un buon livello di zuccheri con la giusta acidità, a giochi fatti possiamo costatare che nelle zone del Gallo Nero ci siamo trovati con una qualità delle uve al di sopra della media, con livelli di maturità dei polifenoli ottimale ed in perfetto equilibrio con la struttura acida delle uve.

Questi parametri, insieme alla concentrazione zuccherina dei mosti non eccessivamente elevata, come spesso accade nelle annate molto calde e siccitose, hanno permesso di condurre i processi di vinificazione esaltando le potenzialità delle uve.

Le fermentazioni alcoliche prima e malolattiche dopo, hanno mostrato avvii repentini e decorsi regolari senza problematiche particolari, a dimostrazione della sanità delle uve e dell’ottimale bilanciamento dei suoi principali componenti nobili.

I Chianti Classico 2013 risultano molto equilibrati, fra profumi e sapori e soprattutto i sapori sono molto ben dosati: sono equilibrati i polifenoli, l’estratto, i tannini, la glicerina, in modo da armonizzarsi senza che nessun elemento prevalga sull’altro, grazie anche alle non eccessive gradazioni alcoliche che si sono sviluppate in seguito all’andamento climatico della stagione.

2012

Produzione totale: 233.000 hl

Andamento Stagionale: il 2012 sarà ricordato nel territorio del Gallo Nero per la grande paura di fine estate, quando dopo mesi di siccità si temeva un’annata davvero difficile.

Fortunatamente già a fine agosto, dopo una stagione povera di acqua e una delle estati più calde degli ultimi anni in Chianti è tornata la pioggia che ha fornito l’apporto idrico necessario a garantire anche per questa strana stagione una buona annata di Chianti Classico. Certo, l’andamento climatico registrato fino alla fine di agosto ha inciso sulla quantità di uva che è stata portata in cantina.

La produzione 2012 si attesta intorno ai 235.000 hl registrando un calo quantitativo di c.a. il 16% rispetto allo scorso anno, ma per quanto riguarda la qualità dell’annata l’ottimismo cresce con il passare dei mesi.

Se infatti l’inizio dell’anno ha presentato un andamento stagionale nella norma, con freddo e neve nei mesi di gennaio e febbraio e una primavera mite e piovosa soprattutto ad aprile, dopo le piogge di inizio maggio l’acqua è sparita non solo dal territorio del Gallo Nero ma da gran parte d’Italia, mentre contestualmente salivano le temperature.

Luglio e agosto in questo senso sono stati teatro di diversi fenomeni che al di là di nomi più o meno epici, hanno portato temperature bollenti. Questi fenomeni, associati a scarse riserve idriche dei terreni, hanno in parte rallentato i processi di maturazione delle uve senza però mai arrivare a un arresto vero e proprio.

Le piogge di inizio settembre hanno fortunatamente permesso il riavvio dei fenomeni fisiologici all’interno dell’acino, e unitamente alla generale diminuzione delle temperature medie e a alla maggiore escursione termica notturna, che comunque in Chianti si è manifestata anche nei mesi più caldi, hanno garantito un recupero di una situazione che sembrava in un primo tempo molto difficile, soprattutto per le varietà più tardive come il Sangiovese.

Una vendemmia all’insegna del Sangiovese. Sarà proprio il vitigno principe del Chianti Classico a caratterizzare questo nuovo millesimo: il Sangiovese infatti grazie alla sua maggiore adattabilità a condizioni termiche più difficili ha retto molto bene gli scompensi climatici di questa stagione.

I benefici effetti del mese di settembre hanno garantito un ottimo decorso del processo di maturazione delle uve che sono state colte nei tempi ormai tradizionali del territorio del Chianti Classico, tra fine settembre e inizio ottobre.

Dal punto di vista sanitario le uve sono arrivate in cantina in condizioni perfette proprio grazie alle alte temperature e alla carenza di umidità che hanno impedito l’insorgere delle tradizionali malattie della vite (peronospora, oidio, ecc.).

Questo ha favorito un corretto e repentino decorso della fase fermentativa, che ha dato vita a un contenuto medio di alcool non esagerato (intorno ai 14 gradi nelle punte massime).

I Chianti Classico 2012 sono quindi vini equilibratissimi, con un ottimo bilanciamento tra alcol, acidità e polifenoli che garantiscono prodotti morbidi, con un grande frutto e una buona ma non eccessiva componente alcolica.

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