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Ospiti per una sera a Villa Montepaldi, azienda di proprietà dell’Università degli Studi di Firenze, siamo stati accompagnati facendo un tuffo nel passato e nel presente, in quello che era un vero e proprio borgo rurale su una superfice di circa 300 ettari, tra San Casciano e Cerbaia.

Un paesaggio rimasto invariato: sul crinale, poco prima del bivio per Villa Montepaldi, si può infatti godere ancora oggi del panorama impresso nei primi anni del ‘500 su una tavola del Maestro di Tavarnelle conservata nel museo Giuliano Ghelli di San Casciano. La Val di Pesa, Cerbaia e lo sfondo delle Alpi Apuane.

La storia di Villa Montepaldi è molto antica, racconta ben nove secoli di vita. Divenne proprietà di nobili famiglie; ceduta nel 1497 a Lorenzo dè Medici, la trasformò in una fattoria modello composta da 54 poderi dove si produceva vino, grano e olio.

Tutto questo è poi proseguito nel corso degli anni, divenendo una tra le tenute maggiormente produttive della Toscana.

Dal 1989 è di proprietà dell’Università degli Studi di Firenze, che la impiega sia a supporto delle attività didattiche e di ricerca della propria Scuola di Agraria, attraverso lo svolgimento di attività partico-applicative per gli studenti e di attività di ricerca e sperimentazione da parte dei docenti e ricercatori universitari, sia per la produzione di prodotti agricoli di elevata qualità.

Tra cui vini rossi e bianchi del territorio a marchio Doc, Docg ed Igt, oltre ad olio extravergine di oliva Igp e Dop, e a grani antichi trasformati in pasta artigianale con uno storico pastificio locale.

In una parte del terreno sono seminati anche appezzamenti di colture solo ed esclusivamente per lepri e fagiani: questo denota che non sono utilizzati prodotti chimici e che gli animali selvatici vivono come in un’oasi.

Passeggiando intorno alla Villa si notano gli antichi insediamenti delle famiglie dei mezzadri: ancora oggi rimane la struttura di un antico mulino e una vecchia fornace, naturalmente oggi in disuso, ma che fa capire quanto l’antico borgo fosse del tutto autonomo.

Addirittura si racconta che una volta la settimana vi si svolgesse un mercato dove, dai vicini paesi, le persone venivano a fare acquisti. Non possiamo non citare anche la presenza di un’antica tomba etrusca esplorata nell’800, che oggi sembra possa essere al centro di nuove ricerche.

Siamo stati accompagnati in questo viaggio dall’amministratore unico Simone Toccafondi, supportato da Nicola Menditto, direttore ed enologo interno; da Fabrizio Balò, responsabile della parte agronomica; da Emilio Falsini, responsabile enologo, Giovanni Battistelli, responsabile commerciale. E da Paolo Massimo, responsabile commerciale estero.

Fino alla cena (preparata da Nicola della Biosteria Sbarbacipolla di Colle Val d’Elsa, con piatti serviti da Anna, Loretta, Federico di Villa Montepaldi) accompagnata da vini come: Tagliafune Chianti Classico annata DOCG, che nasce sui terreni coltivati da Lorenzo il Magnifico; Tagliafune Riserva Chianti Classico DOCG, Chianti Classico Gran Selezione DOCG prodotta solo nelle migliori annate; Ateneo Toscana Igt, un bianco ricco di profumi di pesca e salvia.

Per poi finire con il Decano Vin Santo del Chianti Classico DOC. E il San Pietro Vin Santo del Chianti Classico Occhio di Pernice DOC, un’antica tradizione intramotabile.

Antonio Taddei

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