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E’ uno dei critici enogastronomici più conosciuti.
Molto “pop”, cuoco, esperto di cibo e vino, con Leonardo Romanelli (in foto sopra, di Dario Garofalo) facciamo una bella chiacchierata attorno al… Vinsanto.
Leonardo, Rocca di Montegrossi ha lanciato la provocazione del “divieto di inzuppo” sulla retro etichetta del Vinsanto. Solo una provocazione/strategia di marketing o c’è un’idea di valorizzazione di un prodotto-icona a volte banalizzato?
“Un’idea di marketing che nasce da una volontà, ovvero quella di ridare lustro e prestigio ad un vino che rappresenta in effetti la bevanda dell’accoglienza ma che non ha mai trovato valorizzato il suo ruolo. Un po’ come avere una miniera d’oro sotto casa e non avere voglia di scavare per mettere in luce il valore prezioso”.
Sei stupito però dal risultato del nostro sondaggio in cui il 79% dei partecipanti risponde che, invece, il cantuccino nel Vinsanto…lo inzuppa?
“No non sono stupito anche perché vorrei sapere in quanti inzuppano i biscotti nel vero Vinsanto e in quanti impiegano invece un vino liquoroso senz’anima. Forse dovessero acquistare certi Vinsanto, data la qualità è il costo, forse farebbero un pensierino prima di intingere….”.
Ma è solo una questione di gusti o, secondo te, si può parlare di una sorta di “mancanza di rispetto” nei confronti di un prodotto come il Vinsanto?
“Credo che la mancanza di rispetto sia involontaria, è che si associa spesso il fatto di far assaggiare per primo vino ad un bambino proprio il Vinsanto e quindi il legame con il biscotto sembrava naturale. Non credo che una persona ami degustare un vino pieno di briciole, lo farà senza pensarci”.
Diamo infine quelli che, invece, secondo te sono abbinamenti ideali per il Vinsanto. Che magari qualcuno… ci prova.
“A me piace fresco come aperitivo con crostini alla Toscana, con un paté di selvaggina, con gorgonzola e formaggi semistagionati. O anche con bocconcini di sfoglia ripieni di prosciutto cotto e scamorza”.