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“Che annata abbiamo appena trascorso! L’acqua non è certo mancata ma neanche il freddo, soprattutto quello che in genere non c’è! Per non parlare del caldo, ma solo fuori stagione…” ricorda Fiammetta Nizzi Grifi, agronomo e responsabile tecnico del Consorzio Olio DOP Chianti Classico, descrivendo l’andamento stagionale dell’annata 2018.

Insomma “non c’è pace tra gli ulivi” come si diceva nel 1950 e come oggi si può continuare a dire senza rischiare di essere anacronistici. Nel 2018 la nostra regione e soprattutto il nostro territorio hanno incontrato qualche difficoltà produttiva prevalentemente con una varietà di olivo, il Frantoio, che si conferma pertanto la più sensibile alle gelate primaverili o ai venti forti in fase di fioritura.

L’olio che si ottiene dal Frantoio è molto elegante, profuma di erba e caffè freschi, ha un gradevole amaro non esagerato e soprattutto un piccante di peperoncino non irritante ma, come sempre accade in natura, quando da una pianta nasce un prodotto molto armonico, completo ma non “invadente” nei sapori e profumi, questa è spesso “delicata” di fronte alle avversità del tempo e non tollera condizioni climatiche estreme.

Per questo motivo, nell’olio Dop annata 2018, la partecipazione di olive della varietà Frantoio è stata molto contenuta proprio a causa del fatto che molti olivi si sono seccati per gli abbassamenti termici verificatesi in alcune giornate dei mesi di febbraio e marzo, seguite da altri periodi anomali, perché “caldi” per la stagione invernale in cui eravamo, che hanno colpito proprio quelle piante che si trovavano già in uno stato di maggiore fragilità.

Nel nostro territorio le tre varietà principali di olivo incidono sul totale con il 13% di Leccino, 52% di Frantoio e Correggiolo, 25% di Moraiolo e 10% di altre varietà minori.

La riduzione della produzione di olive di Frantoio è stata però compensata da una produzione eccezionale delle altre due varietà principali del nostro territorio, Leccino e Moraiolo, che hanno prodotto una quantità di frutti così elevata, come neanche i nostri vecchi agricoltori ricordavano di avere mai raccolto.

Ecco quindi che il bilancio globale è decisamente positivo e infatti il nostro territorio ha prodotto olio Chianti Classico in quantità più che soddisfacenti e di qualità eccelsa.

Un aspetto da sottolineare, perché rappresenta una differenza rispetto all’olio prodotto nel 2017 è che, quest’anno, la qualità dell’olio prodotto sul nostro territorio è molto omogenea proprio a causa del fatto che è formata essenzialmente da olive di due varietà che, a differenza del Frantoio, sono a maturazione compatta (il Leccino precoce ed il Moraiolo tardivo) e pertanto meno soggette a dare oli molto diversi, se non quando intervengono tecnologie estrattive particolari o innovative.

Per comprendere ancora meglio questa maggiore omogeneità che esiste tra gli oli nuovi DOP Chianti Classico 2018, è importante anche sapere che l’andamento climatico nel periodo estivo non ha determinato la consueta interruzione nel mese di agosto, perché il caldo non è stato particolarmente eccessivo e soprattutto perché non è praticamente mai mancata la disponibilità idrica nei terreni.

Ecco quindi che la raccolta delle due varietà a maturazione compatta è iniziata con olive abbastanza avanti nel processo che quindi non hanno prodotto oli con gradienti organolettici importanti: in sintesi sono mancate le olive “acerbe” sia nella varietà Leccino che in quella del Moraiolo.

A conferma di questo, c’è il dato della resa in olio che è risultato mediamente alto sin dall’inizio della stagione di raccolta e che non ha subito quelle variazioni che normalmente si registrano quando la raccolta inizia con frutti immaturi.

E la qualità? Conferma quanto emerge dall’analisi tecnica e cioè che gli oli sono meno ricchi in punte eccessive di amaro e piccante, molto equilibrati in bocca e “coerenti” nelle note olfatto-gustative.

I risultati sono quindi molto soddisfacenti soprattutto se si pensa a quei consumatori che utilizzano quest’olio con il,,, contagocce perché lo considerano troppo intenso e saporito.

Con la DOP Chianti Classico 2018 tutti potranno finalmente fare la “scarpetta” nel piatto e percepire la pienezza e piacevolezza delle mandorle fresche, del gambo di carciofo e del cardo, del pepe, peperone e rucola, senza avere poi, quella sensazione di bruciore che è tipica del nostro olio quando si hanno autunni freddi preceduti da estate molto secche e calde.

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