Articolo disponibile anche in: Inglese
Oggi parliamo di uva, ma non ne faremo del vino. Ci soffermiamo poche volte a pensare che le nostre colline sono coperte di un arbusto selvatico che solo nei secoli è stato addomesticato.
La “vitis” ha attratto l’uomo da millenni, il perché è di facile comprensione, una produzione di frutto incredibile, una dolcezza straordinaria, se poi fermenta, ci regala addirittura dell’alcol che fa sempre comodo!
Esiste intorno a noi una varietà che è tra le più diffuse al mondo per coltivazione, ben l’11% del totale e quando dico questo penso ad ogni sua declinazione, di che uva sto parlando? Ma di lui, del mitico Sangiovese.
Questa uva abbondante, resistente e zuccherina cresce e si adatta perfettamente in Chianti, dando prodotti così diversi che pare impossibile siano fratelli. Pensate al Chianti, al Brunello, a Montepulciano, tutti Sangiovesi, tutti originali.
Ma non è che lo puoi piantare dove ti pare, quando ero in California per un evento presso una casa vinicola in Napa Valley, mi fu regalato dalla proprietaria una preziosa bottiglia di Sangiovese coltivato proprio là, io l’ho tenuta con affetto fino a che una nevicata improvvisa, mi bloccò a casa e quindi decisi che era il giunto il momento di assaggiarla… tempo dopo, la stessa proprietaria venne a farci visita qui in Chianti e portò di regalo un’altra bottiglia al Marchese Antinori.
Venuto a sapere della cosa, quando mi capitò a tiro gli chiesi: “Marchese che ne pensa allora del Sangiovese americano?”. E lui: “Ho chiesto alla signora quanta produzione avessero del vino e lei mi ha risposto pochissima. Non ho potuto che pensare: meno male!”. Concordo in pieno col Marchese.
Lasciamo che il Sangiovese viva nella sua terra natia che, vi posso assicurare, è meglio! Io l’uva Sangiovese la mangio così: prendo un bel grappolo da mezzo chilo, lo sgrano, lavo attentamente l’uva, la scolo, quindi la posiziono su una teglia coperta di carta da forno.
Quindi lavoro due uova con 250 gr di zucchero, aggiungo piano piano 130 gr di farina e ammorbidisco con 150 gr di latte, mezza bustina di lievito e metto il composto sull’uva, quindi in forno a 170° per mezzora.
Quando è pronta la lascio raffreddare, quindi la capovolgo, tolgo la carta da forno ed ecco la mia versione di torta con l’uva Sangiovese.
Provatela, non ne farete più a meno!
Matia Barciulli, chef, coordinatore tecnico ristoranti Antinori, babbo di Brando
ALTRE RICETTE
- Le ricette di Matia: le pesche con il vino… rivisitate con Vernaccia e gelatina [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: il fico settembrino in crostata al miele. E salsa al caramello [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: mazzancole su zuppetta di cece nero [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: il vino che diventa “caviale” dopo i salassi. Una tartare speciale [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia… con i frutti rossi coltivati in collina [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: la pomarola (in due versioni) secondo il nostro chef stellato [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: il dolce al profumo di rose… di Tavarnelle [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: una magia… con il pomodoro “bubbolino” del Chianti [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: lo Zucchino Fiorentino di San Casciano diventa… crema [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: il Cacio di Lucardo diventa risotto. Con le ciliege saltate! [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: ravioli con Buccia di Rospo di Corzano e Paterno [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia. Pesce azzurro “mon amour”: le sardine… in cotoletta [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: il budino di ricotta allo zafferano. Su crema di asparagi [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia. Il nostro prosciutto crudo? Con la rana pescatrice… [LEGGI QUI]
- Le ricette di Matia: con il Burrino maturo una crema speciale per ravioli farciti di gambero [LEGGI QUI]