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Svegliarsi il giorno dopo senza Luciano Berruti è scoprirsi certamente un po’ più poveri.

Mancherà a tanti quell’omino dai baffi a manubrio che tutti chiamavano “L’Eroico” per via del suo aspetto ma soprattutto per ciò che Luciano rappresentava per il mondo; l’icona di un ciclismo fondato sul sacrificio, sulla fatica e sul sudore.

# ARTICOLO / L’Eroica in lutto per la morte de “L’Eroico”, Luciano Berruti. I ricordi

A migliaia ogni anno non vedevano l’ora che arrivasse la prima domenica d’ottobre per incontrarlo a Gaiole in Chianti che lo aveva nominato cittadino onorario.

Luciano veniva da Cosseria, in provincia di Savona, ma sembrava fosse da sempre nel Chianti a pedalare lungo le strade bianche che gli ricordavano il ciclismo d’un tempo e la sua gioventù.

Luciano Berruti era un uomo sempre in fuga; dalla banalità e dal conformismo, dalla modernità e dalla superficialità che rimproverava spesso ai giovani d’oggi.

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Lui, che non sapeva cosa fossero i social, era l’uomo a pedali più fotografato, postato e amato al mondo perché quel suo aspetto così antico, ma mai vecchio, lo avvicinavano molto alla gente che amava sentire le storie che raccontava.

Storie di vita e di sport. Storie di gioia e sofferenza. Spesso di speranza di un futuro migliore, fondato sui valori più importanti della vita.

I suoi racconti iniziavano sempre dai suoi ferri; quelle biciclette senza tempo che in mano a lui prendevano vita e raccontavano di mestieri ed imprese, gioie e dolori. Di speranze mai sopite.

E raccontava sorridendo, con gioia e serenità. Il suo cuore era generoso ed altruista. Luciano non si negava. Era fatto così; in bicicletta, nel suo museo e a casa.

Luciano raccontava molto della sua famiglia, dei luoghi nei quali era cresciuto, del mondo che all’improvviso aveva scoperto grazie alla bicicletta. Con lui la vita e il ciclismo prendevano la forma di un sogno.

Luciano era e rimane una piccola leggenda umana che il popolo de L’Eroica saluterà mercoledì 16 agosto, alle ore  10.30 a Cosseria (Savona).

Ciao Luciano!

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