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Paolo Cianferoni, anima e cuore pulsante dell’azienda vinicola Caparsa, nelle colline di Radda in Chianti, è un personaggio nel vero senso della parola. Istrionico, sanguigno, senza peli sulla lingua.

Spesso provocatorio, sui social e dal suo blog non manca di suscitare attenzione. Come stavolta… è bastato il titolo: “E se la vita del vignaiolo fosse una gran cacata?” si chiede Paolo.

“C’è solo il lavoro – scrive – Mille problemi da risolvere, mille imprevisti, mille cose da pensare giorno e notte. La vita privata che se ne va affanculo, lavori tutti i giorni, i festivi, quando gli altri sono in vacanza tu sei a lavorare come tutti gli altri giorni. Si è vero, è una scelta di vita e il lavoro nobilita, ma una volta era più semplice, non c’era da pensare troppo, non c’erano tutte le regole, le scadenze, gli aggiornamenti, che oggi tutti giorni dell’anno opprimono”.

“Non esistono le feste comandate – scrive ancora – il vignaiolo lavora il 1 Maggio, il 25 Aprile, l’ultimo dell’anno e il primo dell’anno, e poi ogni domenica e ogni sabato, raro trovare un buco di tempo per te, per la tua famiglia. Non hai hobby, perché dopo il lavoro devi pensare, pensare per programmare da oggi a 10 anni: l’agricoltura è così”.

Usa espressioni… colorite, che non censuriamo perché rendono l’idea. Del discorso e della persona: “Diventare dipendente potrebbe essere la soluzione, magari sottoposto a qualche danaroso che sa na sega come si fa, tanto è il sistema finanziario che deve funzionare. Però così puoi chiedere i tuoi giorni, trovare il tempo per i tuoi hobby, trovare il tempo di fare una vacanza di due settimane”.

“Alcuni vignaioli che conosco hanno scelto così – conclude – Diventare sottoposti, cedere, lasciare una parte per recuperare una libertà che il sistema rattrappisce con le sue mille regole burocratiche. Ma forse i vignaioli non esistono nella realtà, sono solo nell’immaginario, sono solo io che penso di esser un vignaiolo, in realtà sono un privilegiato, uno che in fondo ha scelto qualcosa, oppure sono gli altri che pensano che io sia un vignaiolo, insomma vorrei capire chi sono oggi alle soglie dei miei 60 anni. Eppoi c’è sempre di peggio, eccetera.
Evvabbè. Oggi sono stanco. Domani vedrò la cosa in modo diverso, forse”.

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