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Per mangiare divinamente e trovare professionalità unita a sana euforia non c’è niente di meglio de “La Fattoria”, un delizioso casolare incastonato nelle colline della Romita (poco fuori Tavarnelle).

In un clima affabile e brioso, di famiglia, i Corsini servono ormai da due generazioni i loro piatti forti: salvia fritta, ravioli fatti in casa e maialino. Con ben in evidenza il focolare, ulteriore elemento domestico nonché fonte di prelibatezze troppo spesso dimenticate.

Tra gavettoni estivi, battute e brindisi, ingrediente fondamentale de “La Fattoria” sono i cori. Nati come saluto goliardico, sono diventati veri e propri tormentoni a Tavarnelle e dintorni. Grazie anche alla simpatia contagiosa del “Cobra”, Simone Cavuoti, punta di diamante dello staff.

Impastando il tutto, si ottiene un preparato di qualità, esperienza, cordialità e divertimento assicurato. Con un retrogusto di accogliente semplicità. Assolutamente da provare o (molto probabilmente) da replicare.

“Dopo l’alluvione – a parlare sono Gino e Riccardo Corsini, babbo e figlio – il vecchio padrone, che aveva un locale su Ponte Vecchio, si trasferì da queste parti e aprì “Nino”, dandolo in gestione. Faceva le merende: pollo alla griglia e pizza di pane”.

“Nel 1980 – raccontano – lo abbiamo rilevato noi. Così è nato il ristorante “La Fattoria”, conosciuto soprattutto per tre o quattro specialità che ci sono ancora. Il menù toscano ma stagionale prevede il sorbetto di salvia e limone tra primo e secondo, per pulire la bocca”.

“Abbiamo la fortuna di essere un posto ambito per venirci a lavorare – dicono – Qui si respira serenità e apertura. I ragazzi in sala si vedono spesso per un cinema o un aperitivo. Dalla cucina, a fianco della prima cuoca Adriana con noi da trent’anni, sono passati chef di varie nazionalità”.

“La cosa straordinaria è che abbiamo griglia e forno a legna – proseguono – Sulla griglia, a parte i cristiani, ci abbiamo messo di tutto. Nel forno a legna cuociamo carré di vitello, prosciutto di cinghiale, daino e capriolo”.

“Oltre ai turisti che vengono ogni anno – aggiungono – mettiamo a tavola (ogni giorno, a pranzo e cena, tranne il lunedì) tantissime persone della zona, fiorentini e senesi, o di passaggio. Organizziamo catering per matrimoni ed eventi”.

“E’ un mestiere di sacrificio – concludono i proprietari – ma gratificante. C’è la soddisfazione di essere riconosciuti ovunque. Ed il piacere di creare belle amicizie: due anni fa dei clienti americani ci hanno addirittura pagato una scuola di cucina in Nevada”.

Noemi Bartalesi

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