Articolo disponibile anche in: Inglese
Filippo Gorini è un talentuoso pianista professionista. Ha ventidue anni, viene da Milano. E ha partecipato, con grande entusiasmo, all’edizione (appena terminata) di Chianti in Musica.
Sabato 29 luglio, per la chiusura della manifestazione, si è esibito a Porta Fiorentina (a San Donato in Poggio). In occasione del concerto finale dei pianisti. Quando, scorrendo sapientemente le dita sui tasti, ha lasciato tutti a bocca aperta.
Evidente sin dai primi approcci, la sua bravura è stata premiata con la vittoria di ben due concorsi. Che hanno avviato una brillante carriera. Fatta di tantissimi concerti (cinque al mese da qui a febbraio, in Italia e all’estero) e, per adesso, di un disco.
In uscita a fine agosto, l’album dedicato a Beethoven è un ciclo di variazioni, un pezzo unico di quasi un’ora. Si tratta di un qualcosa di straordinario, che trasmette la più grande passione di Filippo. E che raccoglie i momenti più importanti del suo percorso.
“Ho cominciato a sei anni – Filippo ci appare un ragazzo al contempo serio e solare, oltre che umile – Sia mio padre che mio fratello suonavano. Per cui per me è stato naturale. Ma è dalle scuole medie che ho iniziato a sognare di fare della musica classica la mia vita”.
“A quattordici anni sono entrato in Conservatorio a Bergamo – racconta – Mi sono diplomato con lode e menzione d’onore. Adesso continuo gli studi privatamente con Maria Grazia Bellocchio, Pavel Gililov e Alfred Brendel”.
“Brendel è una leggenda vivente – gli si illuminano gli occhi – Ha sentito parlare di me. Così ha deciso spontaneamente di incontrarmi. Sono suo allievo da un anno e mezzo: per me è un onore”.
“Mi sono innamorato della musica ascoltando le composizioni di Beethoven e Schubert – dice – Mi affascina il fatto che brani scritti due secoli fa contribuiscano al mio cammino di crescita personale, accompagnato da persone meravigliose, tra cui i ragazzi e gli insegnanti conosciuti a San Donato”.
“E’ stato bellissimo far parte di Chianti in Musica – prosegue – La location chiantigiana è magnifica, la gente ci vuole bene ed il cibo è squisito. Ho approfittato delle lezioni intensive per portare avanti due pezzi importanti”.
“Il corso è molto vivace – aggiunge – Sono disponibili tanti strumenti per studiare, cosa non da poco. I docenti e gli organizzatori sono gentili e competenti. Insomma, si lavora davvero bene”.
“E’ un peccato che sia già finita – conclude Filippo, nostalgico dell’esperienza vissuta – Ma mi consolo pensando che, impegni permettendo, tornerò senz’altro il prossimo anno”.
Noemi Bartalesi