Emozionato, orgoglioso, soddisfatto.

Sabato 10 maggio al Castello di Gabbiano erano davvero tantissimi coloro che sono venuti a “tagliare il nastro” di “Secondo Tempo”, la personale dell’artista tavarnellino Francesco Bruni (curata da Caterina Pacenti) nel magico scenario del Castello nella campagna fra Mercatale e Greve in Chianti.

Colleghi, amici, chi lo ha seguito da tanto e chi lo ha scoperto da poco.

In un vernissage in cui, accanto a Bruni e a Pacenti, a fare gli “onori di casa” ha pensato Barbara Francini.

Avvalendosi del supporto digitale, Bruni trasforma materiali quali plexiglas, vetro, cemento, specchio o ferro in opere e installazioni dedicate al mistero della vita e delle sue forme, alla creatività della natura e dell’uomo che la traduce in bellezza, in arte.

Il percorso artistico di Bruni, che trova una sua eco nelle ricerche concettuali dell’arte povera (in particolare di Merz, Pistoletto, Kounellis, Penone, Gilardi), è un viaggio all’interno del reale, delle leggi, dei codici e dei linguaggi che sorreggono la grande architettura dell’esistente.

Nello specifico, la ricerca di Bruni parte dalla morfologia e dal simbolismo dell’albero, assunto a forma archetipica dell’evoluzione della vita e della conoscenza.

La struttura della pianta, le sue linee e ramificazioni, si presenta e si ripete nel micro e nel macro-cosmo, nelle venature delle foglie così come nei reticoli dei tessuti e dei sistemi del nostro corpo, ma anche nelle mappe topografiche e idrografiche del nostro pianeta.

Se ignoriamo l’origine concreta delle linee dei suoi quadri, finiamo su un terreno che sembra proprio quello dell’arte astratta, dove riprese aeree e immagini al microscopio si confondono.

L’arte di Bruni è a tutti gli effetti una questione di grado di risoluzione e di prospettiva, in cui la realtà può essere facilmente convertita in astrazione, in segni al contempo plastici e iconici.

 

Di tutte le forme artistiche, l’arte astratta è certamente quella che meglio può renderci l’idea della struttura dell’infinitamente grande e piccolo, e l’arte di Francesco Bruni attraverso lo studio della natura della realtà, ci restituisce le geometrie e i diagrammi energetico-morfologici che organizzano, secondo una norma armonica assoluta, la materia e il suo movimento generativo.

Classe 1972, Bruni  sin da ragazzo ha scelto l’arte.  

Inizia giovane ad esporre e collaborare con gallerie che lo portano in giro per il mondo.  

Nella sua interpretazione artistica mette a confronto il corpo umano e la natura, trovando, per esempio, una correlazione nella funzione svolta dalla vena cerebrale e l’albero.

La sua arte non si ferma alla pittura, evolve insieme al suo percorso professionale, sfociando nell’utilizzo delle tecniche di progettazione e stampa che supportano la sua creatività.

L’esposizione sarà visitabile fino al 30 novembre, su appuntamento scrivendo a castellogabbiano@castellogabiano.it o chiamando al numero 0558218059.

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