Il bianco e il blu, tipici della ceramica invetriata che rimanda all’arte dei grandi protagonisti del Rinascimento, danno nuova luce alla piazza centrale di Sambuca (Barberino Tavarnelle), a pochi passi dalla Pesa e dal Ponte Romano.

Dall’idea della bellezza classica, dal genio narrativo e dall’abilità scultorea del Maestro Sergio Nardoni, che risiede e opera nel Chianti, territorio del quale è profondamente innamorato, nasce una robbiana contemporanea che si inserisce nel cuore della campagna fiorentina.

Per dare luce e profondità alle origini del luogo, e al suo legame con la cultura e la storia religiosa del passaggio in Val di Pesa di San Giovanni Gualberto.

E’ l’artista, incaricato dal Comune di Barberino Tavarnelle, a firmare la progettazione e la realizzazione della grande composizione geometrica, costituita da un cono e una sfera, che da ieri si staglia lungo il fiume Pesa tra il ponte romano e i giardini di via Giovanni XXIII.

“San Giovanni, un Santo di popolo” è l’opera che è stata inaugurata in piazza Gramsci dal sindaco David Baroncelli, dall’autore, il Maestro Sergio Nardoni, insieme all’Abate Generale dei Monaci Vallombrosani Padre Giuseppe Casetta e al Superiore di Badia a Passignano Padre Jinsho Kuriakose. E da Luca Chiti, direttore della filiale di Sambuca Banca Cambiano 1884 S.p.A. All’iniziativa era presente anche don Pasquale, parroco di Sambuca.

Le due sculture, realizzate in bassorilievo, riflettono una delle più rilevanti connotazioni religiose che rivelano le antiche origini di Sambuca e permettono di riscoprirle in forma dinamica.

Con un giro intorno ad essi, i lavori si osservano e si sfogliano come libri monumentali, ricchi di elementi, messaggi e dettagli nei quali riconoscere le vicende più o meno conosciute attribuite al santo, avvolte nel mistero della cultura popolare, sospesa tra leggenda e spiritualità.

Un invito a cogliere il valore millenario delle radici, a riconoscere personaggi, fatti realmente accaduti e racconti immaginari, figli della tradizione orale.

La storia, la vita, i miracoli, le opere legate al fondatore dell’Ordine monastico benedettino vallombrosano diventano dunque uno spazio di narrazione artistica.

Un segno contemporaneo che testimonia la forte identità della figura religiosa, a 950 anni dalla sua morte, e il suo legame con le origini medievali del territorio e della vicina Badia a Passignano, l’abbazia che intorno all’anno Mille accettò la regola del santo, proclamato a metà del secolo scorso patrono del Corpo forestale italiano.

Dalla conversione avvenuta nella chiesa di San Miniato al miracolo dei pesci, dal masso del Particino, la roccia miracolosa su cui il santo si sdraiava per alleviare i dolori alla schiena, al Mulino dove San Giovanni Gualberto portava il grano a macinare, ai massi lungo la Pesa che, secondo la leggenda, il diavolo avrebbe scagliato contro il santo in preghiera.

“L’arte deve saper parlare a tutte e tutti, avere un linguaggio universale che sia in grado di comunicare, esprimere temi, concetti, vicende, emozioni che permettano un’interpretazione identificativa in chi la osserva” dichiara l’artista.

“Con questa opera – aggiunge – ho voluto raccontare non solo un’importante pagina della vita religiosa del Medioevo con la presenza di San Giovanni Gualberto, nato nel castello di Petroio, in Val di Pesa tra il decimo e l’undicesimo secolo, ma le vicende, i luoghi, le ambientazioni urbane e rurali in cui tutta la comunità possa riconoscersi”.

“L’obiettivo è quello di imprimere un segno plastico nel tessuto urbano, una traccia fisica legata all’arte contemporanea che attesti l’importante anniversario dei 950 anni dalla morte di San Giovanni Gualberto” precisa il sindaco Baroncelli.

 

Lo descrive come “una figura religiosa di primo piano che plasmò l’ambiente naturalistico, si prese cura dei boschi di Badia e Sambuca e lasciò le umane spoglie proprio a Badia di Passignano il 12 luglio 1073”.

“Abbiamo invitato l’artista, con il quale abbiamo avuto il privilegio di collaborare nel corso degli anni – prosegue – ad esprimere tutta la sua creatività, ispirato dallo stesso luogo in cui risiede”.

“L’opera di carattere agiografico che oggi dona bellezza ed eleganza alla frazione – conclude il sindaco – è frutto di un’operazione culturale che investe sulle funzioni pubbliche dell’arte contemporanea come strumento di conoscenza, valorizzazione e promozione delle peculiarità storiche del territorio”.

“San Giovanni, un Santo di popolo” è un’opera finanziata dal Comune di Barberino Tavarnelle e Banca Cambiano 1884 S.p.A. in collaborazione con la Pro Loco di Sambuca e la comunità monastica vallombrosana di Badia a Passignano.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi altri articoli...