Se il Chianti (nel caso specifico il Chianti fiorentino) è riuscito nel corso dei decenni a contrastare meglio di tante altre aree della Toscana il fenomeno dell’abbandono della terra, è grazie all’attività e alla produzione vitivinicola e olivicola.

Che ha contribuito allo sviluppo economico del territorio, e ad accrescere la qualità ambientale e rurale del paesaggio, oggi nota in tutto il mondo per le sue bellezze e risorse naturalistiche e culturali.

È questo è uno dei dati che il sindaco di San Casciano, Roberto Ciappi, che da qualche anno ha assunto anche il ruolo di coordinatore provinciale dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, ha fatto emergere durante il suo intervento in occasione del corso di formazione e informazione rivolto ai piccoli produttori di olio del territorio, promosso e organizzato dal Comune di San Casciano in collaborazione con l’associazione nazionale AIRO, presieduta da Marta Mugelli, nella sala conferenze “Lucia Bagni” della biblioteca comunale.

Il prodotto “principe” del Chianti Classico, il vino, si contende la scena con un’altra eccellenza gastronomica locale, che in questa zona ha forti e antiche origini.

È l’olio extra vergine d’oliva, che in particolare a San Casciano presenta la maggior superficie olivata dell’area fiorentina.

“Il numero più alto di olivi è registrato nel nostro comune – specifica il sindaco Ciappi – dato confermato da un’alta percentuale di terra coltivata nel Chianti, equivalente al 40% circa di superficie, coltivata a vigneti e ed altre produzioni tra cui oliveti”.

“Dal campo alla tavola, l’olio nel nostro territorio ha un ruolo di primo piano, destinato ad interessare tutta la filiera – continua il sindaco – Le produzioni sono garantite non solo dall’attenzione, dalla cura e dalla passione dei nostri frantoisti e degli olivicoltori ma da un’accurata e costante attività di formazione che l’associazione nazionale AIRO, che promuove la cultura dell’olio di qualità sulle tavole dei ristoranti, rivolge a tutti i livelli”.

La promozione e la valorizzazione dell’esperienza olio è anche una questione di cultura, coinvolgimento e sensibilizzazione della comunità locale.

A San Casciano si organizzano aperture straordinarie di frantoi, camminate, incontri con gli agricoltori, degustazioni di olio e vino. Il Chianti d’inverno è un viaggio alla scoperta della tradizione contadina tra i prodotti di stagione.

“Ciò che proponiamo – dice ancora Ciappi – è una molteplicità di percorsi che si caratterizzano come espressioni di scoperta delle radici e delle identità in un periodo generalmente non vocato ai flussi turistici e si impreziosisce del coinvolgimento delle aziende agricole e dei ristoratori locali”.

“Il Chianti d’inverno – esemplifica – è bellezza e bontà da assaporare, a tavola e non solo. Odori e profumi si diramano dalle cucine dei ristoratori che interpretano in chiave enogastronomica l’essenza delle terre chiantigiane, belle e buone anche quando le basse temperature prendono il sopravvento: i profumi sono quelli del passato e della sapiente fusione tra qualità e naturalezza”.

“Insieme come territorio sancascianese e dell’ambito turistico Chianti – continua il primo cittadino – intendiamo rendere protagonista l’olio extravergine di oliva. Prodotto che affianca il viaggiatore del buongusto attraverso le colline della tipicità: per la valorizzazione, la conoscenza e la promozione di uno dei prodotti principe della tradizione contadina chiantigiana”.

Oltre al vino quindi, è l’olio l’elemento su cui i riflettori si accendono nei mesi più freddi con le escursioni, la possibilità di assaggi presso le aziende, incontri informativi sul valore socio-economico del prodotto e le opportunità e i benefici che dalla sua coltivazione possono trarre gli agricoltori e l’intero comparto economico del territorio.

 

“Simbolo di tradizione e qualità – insiste il sindaco sancascianese – l’olio, presente sulle tavole dei cittadini, dei ristoratori, degli operatori dell’accoglienza raccoglie un gradimento crescente nei visitatori e costituisce un importante volano turistico-economico in grado di esportare l’essenza della cultura rurale in Italia e all’estero”.

“Tra le numerose aziende agricole attive nel territorio – conclude Ciappi – impegnate nella produzione di vino, olio, formaggio e miele più della metà si occupa di raccolta, spremitura, imbottigliamento e commercializzazione di olio. Il punto di forza del territorio Chianti è investire sul rapporto diretto tra produttore e consumatore, promuovere i vantaggi economici, ambientali e culturali della filiera corta e riscoprire i frantoi aperti e le iniziative simbolo della tradizione che permettono di valorizzare l’olio come prodotto principe dell’economia chiantigiana”.

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