I cavalli sono nella storia professionale dell’artista sancascianese Elisabetta Rogai: dai cavalli scossi del Palio di Siena del 2015, anno dell’Expo, ai ritratti di Andrea Bocelli a cavallo per la Fondazione Andrea Bocelli.

Per l’artista sono un deja vu che si ripete in ogni sua mostra.

E, in questi giorni, la Rogai ha raccontato, con il suo pennello intriso di vino delle “cantine dei cavalli”, la storia della Tenuta degli Dei di Roberto e Tommaso Cavalli, a Panzano nel Chianti.

La Tenuta degli Dei, un nome che parte da lontano e solo chi ama gli animali può capirlo: una sorta di “cognome” che Roberto Cavalli ha dato ad ogni cavallo nato nell’allevamento ricavato dal pedigree del suo amato pastore tedesco, Didone degli Dei, un imprinting che sarebbe rimasto e vissuto nel tempo in ognuno di loro.

La Tenuta degli Dei nasce da un’idea di Roberto Cavalli e del suo primogenito Tommaso, che l’hanno fondata nei primi anni ’70, a Panzano in Chianti.

Unendo, in maniera armoniosa e coerente, la produzione di vini e l’allevamento di cavalli da trotto, la ricchezza e la generosità della terra chiantigiana con l’eleganza e lo stile del cavallo.

La cantina, che si trova all’interno della Pieve di San Leolino, magnifico esempio di Romanico toscano risalente al IX secolo d.C., si sviluppa verticalmente su due livelli, “La Tinaia” e “La Barricaia”.

Un anfiteatro naturale per una cantina dove tutti i vigneti sono uniformemente esposti alla luce solare, beneficiando di una forte escursione termica.

Si hanno così le condizioni per una maturazione ottimale delle uve al fine di poter produrre vini coerenti con quella idea di eleganza ed equilibrio, imprinting dato dall’enologo Carlo Ferrini attraverso le etichette più rappresentative della cantina, Cavalli, Redini e Forcole.

E in questa location che si può definire “da favola” si inserisce un evento, una parentesi poetica e sorprendente di una coerenza stilistica incredibile, l’EnoArte di Elisabetta Rogai, artista fiorentina ma ormai “trapiantata” in Chianti (a San Casciano), che ha inventato la tecnica unica di dipingere con il vino.

Sul canvas, sulla pietra e sul marmo bianco di Carrara: dovunque e tutto per lei diventano una tela dove poter raccontare storie, favole, ricordi.

Ma anche dare una veste culturale al vino, trasportarlo dalla sua veste naturale dalla tavola alla tela, per un processo di marketing che la vede oggetto di un collezionismo diverso.

 

E l’artista, in un dolce pomeriggio di sole autunnale, inizia a dipingere con il “Cavalli”, biologico IGT del 2017 della Tenuta degli Dei, traccia linee e forme, criniere al vento, cavalli in corsa, quelli che Roberto Cavalli ha sempre amato, come ombre e colori travolgenti che esplodono nelle loro immagini con un’energia e un’originalità che la consacrano maestra indiscussa.

Elisabetta usa il vino delle cantine Cavalli con perizia, pennellate sicure che generano dei flash di colore, sbavature e schizzi, corre il vino sulla tela, lei lo lascia libero, come sono liberi i cavalli della tenuta, sembra quasi di vederli correre cercando la luce e la libertà verso l’anfiteatro naturale della cantina dove tutti i vigneti sono esposti al sole.

La raffinata poetica di Elisabetta Rogai, come in questo caso, è stata letta dagli astanti in maniera parallela al suo mondo creativo, come mezzo unico nel rappresentare una storia di famiglia, quella composta negli aspetti di realtà e immaginazione di Roberto e Tommaso Cavalli.

Il risultato di questo mix artistico è un momento di caratura internazionale legato ai nomi carismatici di Roberto Cavalli e di Elisabetta Rogai, che evocano il concetto di alta moda e arte in modo unico e irripetibile.

La performance di Elisabetta Rogati alla Tenuta degli Dei di Roberto e Tommaso Cavalli

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