La raccolta dell’uva in Toscana è iniziata con la novità della “vendemmia turistica”, che consente ai visitatori-vacanzieri di partecipare personalmente ed attivamente allo stacco dei grappoli e alle fasi di pigiatura e vinificazione.
“L’enoturismo regionale – spiega Coldiretti Toscana – primo in Italia con 15 milioni di enoturisti e 2,65 miliardi di euro di fatturato prima del Covid, è pronto per un ulteriore “upgrade” dell’offerta turistico enogastronomica, proponendo a fianco di degustazioni, visite nelle cantine, tour nei vigneti, da vivere sempre però da spettatore, anche la possibilità di vestire i panni del vignaiolo per un giorno”.
Il protocollo, siglato lo scorso 12 luglio, fornisce le linee guida per la cosiddetta “vendemmia turistica” per cui si intende l’attività di raccolta dell’uva, non retribuita, di breve durata, episodica, circoscritta ad appositi spazi delimitati, avente carattere culturale e ricreativo, svolta da turisti e correlata preferibilmente al soggiorno in strutture ricettive del territorio e/o alla visita e degustazione delle cantine locali nell’ambito di un’offerta turistica di tipo integrato.
“Il protocollo pone le basi per un turismo ancora più esperienziale ed immersivo – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – La vendemmia turistica può dare un nuovo impulso alle economie dei territori e alla destagionalizzazione dell’enoturismo che vede la nostra regione ai vertici nazionali”.
“Era importante – sottolinea – mettere in trasparenza questa attività evitando antipatici equivoci o malintesi con le autorità preposte ai controlli. Le aziende vitivinicole possono finalmente programmare ed organizzare al meglio anche questa nuova forma di turismo che consente di offrire un’esperienza indimenticabile a turisti ed appassionati di vino”.
“Come ormai sappiamo – prosegue Coldiretti Toscana – la vendemmia 2023 sarà sì meno generosa a causa delle complicazioni fitosanitarie (-20%) ma di grande qualità come anticipato da Vigneto Toscana”.
Dopo le precoci uve bianche per gli spumanti, le prime ad essere raccolte ad agosto, toccherà alle varietà Ciliegiolo, Merlot e Vermentino, per proseguire con Sangiovese e Cabernet sauvignon, ultimo vitigno ad essere raccolto tra la fine di settembre ed ottobre.
Lo scorso anno, secondo l’Osservatorio di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana vini, la Toscana ha prodotto 2,3 milioni di ettolitri di vino con il settore che contribuisce per il 21% al valore della produzione agricola della Toscana con circa 500 milioni di euro.
Ben 12.700 le aziende del settore, 60 mila gli ettari coltivati a vite di cui il 32% con metodo biologico. 58 le indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT che generano un valore alla produzione di poco meno di 1,2 miliardi di euro.
La componente vino è una voce fondamentale per il primato dell’export agroalimentare nel mondo del nostro “Made in Tuscany”, dove incide per il 37% dell’intero valore e per un importo di 1,2 miliardi di euro nel 2022.
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