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Il rapporto fra lo chef Matia Barciulli, sancascianese, coordinatore tecnico dei ristoranti di Marchesi Antinori, e l’olio extravergine d’oliva è, passateci il termine, “morboso”.

Fu fra i primi a creare un gelato all’extravergine. Da anni combatte una “battaglia” per la valorizzazione dell’olio. In cucina e in tavola.

Per renderne sostenibile la produzione tramite un consumo consapevole ed evoluto.

Ha creato, tanto per dirne una, assieme ad altri “maniaci” come lui, il Premio Il Magnifico.

E adesso, nel bel mezzo di una pandemia che rischia di compromettere anche i delicati meccanismi economici del settore dell’extravergine, Barciulli lancia un appello.

 

“Stiamo vivendo tutti un momento difficile – dice Barciulli – come potete solo immaginare il turismo, la ristorazione sono in ginocchio senza vedere una soluzione. Come noi tanti altri sono in crisi, per cui possiamo fare poco”.

“Ma per un settore – sottolinea convinto – possiamo fare la differenza. L’olio. Gran parte delle cisterne dei produttori sono piene, di un olio straordinario, salutare , orgogliosamente italiano. Tutto questo stride con l’incremento delle vendite di olio nella grande distribuzione, che si è impennato”.

“Quindi che olio è? – domanda Barciulli – Beh viene da molto lontano e di tanti anni fa. Tanti brand hanno nomi italiani, ma i ricavi volano all’estero. Sì, è vero, costa di più il nostro olio, ma ne serve molto meno ed è un toccasana. Siamo tutti a contare gli euro per la spesa, ma investiamo in una bottiglia di olio italiano”.

“Che costa almeno 12 euro – conclude Barciulli – ma darà un aiuto concreto ad un reparto duramente colpito, i ricavi resteranno in Italia e forse scongiureremo l’incremento dell’abbandono delle olivete. Che è così importante per la paesaggistica italiana”.

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