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Metti tre amici, uniti dall’amore per la terra, la saggezza della molitura a pietra delle antiche farine e la passione per chi nel silenzio della notte sforna il pane.

Tutto questo ha portato Paolo Pianigiani, Marco Riggi, Giuseppe Scialabba a un’impresa dal sapore antico: seminare alle pendici dell’Abbazia di Badia Passignano, nel comune di Barberino Tavarnelle, del grano antico Verna, varietà di grano coltivato sulle colline toscane con proprietà salutari e nutrizionali.

Abbiamo seguito questa bellissima idea di questi tre amici, che a luglio raccoglieranno il grano, fin dall’inizio della lavorazione della terra per preparare la semina, le fasi della crescita e la “battitura”.

Cosa vi ha spinto a farlo?

“Tornare alle nostre origini; qui fino a non molti anni fa si produceva dell’ottimo grano tenero Verna, è un po’ una scommessa quella che ci apprestiamo a fare”.

Quanti ettari di terra sono?

“Circa quattro ettari”.

Il grano sono rimasti in pochi a seminarlo nelle nostre zone…

“Chi lo semina adopera del grano geneticamente modificato più resistente agli attacchi, non cresce molto e ha proprietà nutrizionali ridotte”.

E’ difficile trovare il seme del grano Verna?

“No, c’è ancora chi lo fa e poi c’è la banca del seme. Per esempio quello che andiamo a seminare qui lo potremmo utilizzare per panificare ma anche utilizzare per la semina del prossimo anno”.

Una volta seminato si arriva alla battitura senza fare trattamenti particolari?

“Sì, dobbiamo stare solo attenti che non nascano erbacce e magari, volendo, si potrebbe dare del concime naturale, ma il terreno è buono, quindi non serviranno altri interventi”.

Paolo, Marco e Giuseppe sono davvero entusiasti di quest’avventura, tanto che stanno già pensando di affidare a mani esperte il raccolto appena sarà maturo.

E sarà Marco, esperto nel campo della molitura a pietra, che sta valutando a quale molino con pietre naturali (che frantumano la materia prima senza surriscaldare il prodotto, in grado di preservare la ricchezza gustativa) affidare il loro “tesoro”.

Noi che li abbiamo seguiti fin dal primo giorno della semina, documentando le varie fasi, arrivando a oggi, a pochi giorni dalla battitura, continueremo a farlo.

L’idea successiva è di assegnare un nome a questa farina, la prima venuta alla mente dei tre amici potrebbe essere “Farina di grano antico di Badia a Passignano”.

Ma questa sarà l’ultima decisione, fino alla vendita che rimarrà nella zona di produzione vista al momento la modesta quantità. Insomma l’iniziativa è arrivata a “maturazione”, c’è solo da attendere l’ultima fase.

Antonio Taddei

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