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Cinquanta primavere ed estati. Cinquanta inverni. Cinquanta autunni che con il passaggio da agosto a settembre portano con loro la vendemmia.
Quest’anno quella dell’Azienda Agricola Montefioralle è stata una di quelle da ricordare. La numero cinquanta. Appunto.
Ne parliamo con Lorenzo Sieni, che ci racconta come questa famiglia con le vigne poco fuori dalle mura del Castello di Montefioralle è arrivata al mezzo secolo di vino.
Cinquantesima vendemmia appena conclusa per l’Azienda Agricola Montefioralle: facciamo un bilancio?
“E’ stata assolutamente una bellissima vendemmia sotto tutti i punti di vista per la nostra famiglia: il meteo favorevole, l’ottima compagnia di tutti i vendemmiatori e, last but not least, la qualità dell’uva portata nei tini”.
Come colloca, intesa come qualità (in questo caso ancora di prospettiva), questa annata rispetto, ad esempio, alle ultime dieci?
“E’ ancora presto per dare un giudizio preciso, ma secondo la 2018 si collocherà sicuramente tra le top 4 assieme alla 2010, alla 2013 e alla 2016. Per molti aspetti mi ricorda molto la 2013, inverno rigido, primavera piovosa e un’estate soleggiata con temperature non eccessive soprattutto in giugno e luglio. Ho temuto in po’ il rialzo di temperature in agosto e il meteo che sembrava essersi “guastato” alla fine di quel mese. Invece poi settembre si è ripreso con tanto sole e alte temperature: in questo si è differenziato dalla 2013, in quanto abbiamo dovuto vendemmiare con qualche giorno di anticipo poiché la maturazione era già molto avanti e il contenuto zuccherino già molto alto, con acidità corrette. Credo quindi che la 2018 possa diventare un’annata caratterizzata da una bella freschezza, ben bilanciata da struttura e materia, anche in considerazione della minor quantità di uva rispetto ad annate generose come la 2015 o la 2016 in virtù del fatto che le viti “ricordandosi” dello stress idrico sofferto lo scorso anno hanno prodotto frutto in quantità limitata”.
La sua azienda è legata a triplo filo con Montefioralle, che sempre di più sta assumendo (come territorio) i contorni di un piccolo “cru” di Chianti Classico. E’ d’accordo?
“Assolutamente sì, crediamo che il territorio di Montefioralle possa conferire un carattere specifico ai vini prodotti con le uve di questa che consideriamo una sotto-zona del Chianti Classico. Con l’Associazione Viticoltori di Montefioralle stiamo lavorando proprio per promuovere e divulgare questo aspetto. Siamo sicuri che a breve anche il Consorzio del Chianti Classico potrà finalmente delineare un percorso che possa arrivare alla tanto auspicata Menzione Geografica Aggiuntiva, attraverso la quale le bottiglie Gallo Nero potranno riportare in etichetta l’indicazione di produzione in uno specifico terroir come quello di Montefioralle”.
Come siete arrivati a festeggiare questo traguardo, davvero prezioso per una piccola azienda nel territorio del Gallo Nero?
“Sicuramente attraverso il contributo di tutti i membri della famiglia, dai miei nonni passando per i miei genitori, mia moglie, le mie sorelle e fino ai figli delle mie sorelle (i miei bambini sono ancora troppo piccoli per dare il loro contributo, ma spero che un giorno possa arrivare). Non scordiamoci poi di Vullnet, il nostro dipendente, e tutti gli amici che in questi 50 anni ci hanno supportato e dato una mano. Ma sicuramente un merito speciale va attribuito a mio padre, Fernando, che ha creduto in questo progetto e avuto l’ambizione e il coraggio di vederlo realizzato”.
Quale la vostra struttura ad oggi? Quali i mercati di riferimento?
“La nostra attività rimane sempre molto piccola con una produzione limitata di 10/12mila bottiglie all’anno. Vendiamo il 95% del nostro vino in vendita diretta alle persone che passano in azienda a degustarlo, spedendolo poi direttamente a casa loro (il 70% delle nostre bottiglie finisce oltreoceano negli USA). Con la nostra piccola produzione siamo quindi in grado di lavorare direttamente con il cliente finale senza passare da intermediari, come dice mio padre facciamo Km 0… a 12.000 km di distanza. Serviamo poi un numero limitato di enoteche e ristorante nell’area tra Firenze e Siena a cui vendiamo sempre in modo diretto”.
Come si immagina, infine, il futuro dell’Azienda Agricola Montefioralle per i prossimi… 50 anni?
“50 anni sono tanti, difficile immaginare… spero solo che le nuove generazioni della famiglia possano cogliere l’opportunità coltivando la passione per il vino, ma se la loro strada i porterà altrove non sarà certo un problema”.
Matteo Pucci