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“L’orto vuole vedere l’uomo morto” diceva un antico proverbio dei nostri vecchi che la sapevano lunga.

“La terra è bassa e va zappata. Ha bisogno di continua cura, attenzione e sudore della fronte” rimarca con enfasi Riccardo Baldesi.

Lui, castellinese “doc”, che coltiva la terra da tutta una vita ne sa qualcosa. Lo abbiamo incontrato nel suo orto per farci svelare gli arcani segreti per gustosi frutti.

“Per prima cosa bisogna smuovere la terra con una zappa e togliere tutte le erbacce. Concimare il terreno è la cosa più importante. Così le piante possono avere tutti gli elementi nutritivi di cui hanno più bisogno per crescere”, ci spiega pazientemente Riccardo.

“Poi – sorride – come si dice a Castellina, vai da Adelmo al mercato e compri le piantine. Fai dei fossatini e le ricopri”.

Come ci ricorda Riccardo, il momento migliore per piantare è quando il terreno è caldo. Di questo periodo non c’è molto, ma tra poche settimane potremo già cogliere e gustare le cipolle, l’insalata, i porri, le fave e l’aglio.

“Chi vuole un bell’agliaio semini di gennaio, chi se ne intende semini di dicembre” canticchia allegramente.

L’estate invece è molto più ricca e varia di frutti: bietoline, fagiolini, cetrioli, melanzane, peperoni, cavorella, patate e moltissimi altri: “Le piantine dei pomodori, man mano che crescono vanno legate alle canne, così non si spezzano”.

Per evitare l’insorgere di malattie è necessario dare il rame una o due volte al mese. “Per le zucchine utilizzo lo zolfo perché hanno la stessa malattia delle viti” ci spiega pazientemente Riccardo.

“L’orto – conclude – deve essere a sud e “solatio”, come si suole dire. Io lo bagno la mattina perché le piantine sono fresche e stanno molli tutto il giorno. C’è anche chi lo preferisce annaffiare la sera, non c’è una giusta regola”.

Jessica Nardi

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