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Ci sono personaggi nel nostro territorio che rappresentano qualcosa di unico, che legano l’anima profonda del Chianti, delle sue comunità, al suo futuro. Di lavoro e di impresa.

E’ il caso di Fabio Corti, uno dei fondatori con Giampiero Galgani e Claudio Guarducci della Scuola di Musica di Tavarnelle. Realtà viva e vivace nel panorama della formazione musicale. Luogo di cultura, socialità e, ovviamente, musica.

La sua vita si svolge fra il paese e la campagna attorno a Tignano. Oggi è infatti il “purchasing manager” (responsabile acquisti) del Castello del Nero Hotel & Spa.

Tavarnellino doc da sette generazioni, con il suo sorriso pieno di dolcezza ci dice orgoglioso che “qui al Castello lavoriamo in tre in famiglia: Valeria, mia moglie, io e Riccardo, mio figlio, che fa il giardiniere”.

“Sono entrato come economo – ci racconta – Prima lavoravo alla Ghiott, alla Sambuca. Prima ancora ero per conto mio, avevo un ingrosso di cartoleria e cancelleria all’Osmannoro. Eravamo forti nello scolastico, nel turistico e nelle direzioni didattiche: poi, con l’avvento dei grandi supermercati e della grande distribuzione, ho deciso di lasciare”.

“Qui al Castello del Nero sono arrivato nel 2006 – prosegue – mi avevano cercato, ci lavorava già mia moglie, a loro piaceva lavorare con le famiglie. All’inizio ero l’economo, seguivo gli acquisti e la distribuzione della merce. Con l’andare del tempo ho iniziato a occuparmi soprattutto degli acquisti. Tutto tranne che il food and beverage, seguito direttamente dallo chef”.

Uno dei cardini del lavoro di Fabio è il lavorare con fornitori e aziende locali. Al massimo possibile: “Per tantissimi motivi è la soluzione che privilegiamo. Anche perché siamo una realtà complessa, in cui bisogna sapersi adeguare alle situazioni. Saper fare di tutto. Essere elastici e al servizio del cliente. E per farlo la cosa migliore è avere legami con fornitori in gamba e a poca distanza”.

Si guarda intorno Fabio. Va indietro con la memoria e ci lascia con una riflessione piena di soddisfazione e speranza: “La proprietà ci ha creduto tantissimo nel Castello del Nero, ed è andata in fondo sostenendolo sempre al massimo. E dopo dieci anni si vedono arrivare i frutti”.

Matteo Pucci

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