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E’ un sì convinto, convintissimo, quello che Famiglia Cecchi, per bocca di Andrea Cecchi, pronuncia di fronte all’ipotesi di zonazione del Chianti Classico.

Una ipotesi che affrontiamo con questa riflessione assieme allo stesso Andrea Cecchi, che spiega i motivi e prevede anche qualche… oppositore.

Siamo davvero arrivati all’ultima curva lungo la strada verso la zonazione del Chianti Classico?

“Sì, ritengo che siamo maturi per arrivare ad una decisione del genere. Il Chianti Classico è una denominazione molto grande che si estende su 9 comuni, per questo la Menzione Geografica porterà ad avere una più precisa identità delle produzioni”.

Quali i vantaggi che potrà portare sul mercato? E nel caso, ne gioveranno piccoli o grandi produttori? O entrambi?

“La Menzione Geografica darà la possibilità di spiegare le piccole differenze qualitative che si producono nei diversi territori del Chianti Classico. E’ bene ricordare che negli ultimi anni abbiamo assistito ad un importante ritorno del Sangiovese, il quale ha per sua natura, ha una diversa nascita a seconda dell’esposizione e del terreno. Sicuramente si avvantaggeranno tutti, piccoli e grandi produttori, ma ancora di più coloro che sapranno dare una sapiente lettura produttiva del loro vigneto e di conseguenza saranno nella possibilità di comunicare le sfumature qualitative della loro area”.

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Famiglia Cecchi sarebbe dunque favorevole a percorrere questa strada?

“La nostra famiglia è favorevole all’applicazione delle Menzioni Geografiche. All’interno delle nostre produzioni, parlando del Chianti Classico, colleghiamo sempre di più la Famiglia Cecchi a Castellina in Chianti. Attaccamento storico ed affettivo insieme alla profonda  conoscenza del territorio, sono i principali legami. Per questo motivo, alcuni anni fa abbiamo acquisito la Tenuta Villa Rosa, sempre  nel comune di Castellina in Chianti, dove produciamo la nostra Gran Selezione”.

Secondo lei c’è una adesione massiccia oppure ci saranno resistenze?

“Quasi sicuramente ci saranno delle resistenze, ma non penso che desteranno particolari preoccupazioni. Quasi sicuramente le designazioni delle aree piccole, cioè  le non comunali potranno far riapparire delle piccole gelosie tra produttori”.

Come si immagina il Chianti Classico del futuro?

“Un bellissimo territorio, dove si producono alcune tipologie di Chianti Classico organizzate in senso verticale, con una altissima percentuale di Sangiovese. Vedo e preferirei avere poche zone, inserite nelle menzioni geografiche limitatamente a quelle zone, dove la storia degli ultimi 40 anni di produzione, ha concretamente evidenziato una alta e costante qualità. Dopo questo passaggio potranno nascere dei Crus, personalmente ritengo che per questo ultimo passaggio la strada è ancora da studiare”.

Matteo Pucci

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