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Le mura si rivelano attraverso la tecnologia in 3D, che aiuta gli archeologi ad indagare ed esplorare le origini medievali di San Casciano.

Una nuova luce digitale si accende e farà parlare le antiche mura che circondano il paese dalla seconda metà del Trecento.

Quali sono le tecniche e le fasi costruttive, quali le caratteristiche e le dimensioni delle singole pietre, il materiale usato, le tappe della lavorazione.

Per la prima volta il castello sancascianese potrà essere studiato, analizzato e monitorato attraverso una virtualizzazione esterna e interna delle mura, una ricostruzione puntuale in 3D, realizzata da un gruppo di laureandi dell’Università degli Studi di Firenze, coordinato dal responsabile del laboratorio di rilievo Lapo Somigli. La cattedra è quella di Archeologia medievale del professore Guido Vannini.

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A sette secoli dalla sua costruzione il monumento, una delle testimonianze architettoniche più rilevanti della Toscana medievale, permetterà di compiere un viaggio nel passato, di incrociare in forma inedita le fonti scritte e quelle materiali fornendo ulteriori elementi e dati relativi al cantiere medievale del castello di cui già esiste uno straordinario documento dell’epoca conservato nell’archivio di Stato.

L’antica cerchia di San Casciano sarà valorizzata e recuperata grazie ad un complesso progetto di restauro che comprende lo studio delle fasi costruttive e il risanamento di alcuni tratti per un investimento complessivo pari a 530mila euro.

“Il programma di intervento – spiega l’assessore ai lavori pubblici Roberto Ciappi – prevede di effettuare una complessa operazione di recupero e consolidamento dei tratti di via dei Fossi, viale Pascoli e il torrione adiacente al Teatro Niccolini. Fino ad oggi è stato valorizzato il tratto di mura antistante i giardini di piazza della Repubblica, mediante un’opera di sistemazione che ha previsto l’eliminazione del parcheggio preesistente e la sua sostituzione con un’area pedonale, nonché un breve tratto in via dei Fossi”.

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I laureandi, che hanno iniziato ad effettuare i rilievi topografici, attraverso l’utilizzo di foto e della strumentazione stazione totale, Teresa Uliveli, Benedetta Pacini, Alessandra Rofi, Diletta Biagiotti, Leonardo Squilloni.

“Il nostro lavoro – aggiunge il ricercatore Somigli – è teso ad offrire un supporto alle indagini archeologiche, oltre a consentire agli uffici tecnici del Comune di disporre di un quadro dettagliato delle mura e di utilizzarlo come strumento di monitoraggio finalizzato anche a supportare il progetto di restauro”.

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