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Arte come specchio di un’epoca messaggera di pace. Dal vuoto della guerra, quando nei primi anni ’90 Sarajevo, assediata, non sapeva se la luce del sole avrebbe continuato ad illuminarla, nasce l’idea e il simbolo di una nuova Europa, un pezzo del mondo che apre le frontiere e va oltre le differenze di razza, religione, etnia.

E’ il riscatto, la speranza, la vita della cultura di respiro collettivo e internazionale che trova spazio ed espressione in un progetto artistico che oggi ha venti anni e si nutre della passione dei suoi sostenitori, del talento dei più grandi artisti di fama internazionale che lo hanno costituito, del sogno di candidarsi a premio Nobel per la Pace 2018.

Ars Aevi, acronimo di Sarajevo, nato da un’idea di Enver Hadziomerspahic, cittadino residente a Greve in Chianti per molti anni, è un progetto di pace che si è realizzato come museo d’arte contemporanea, il più importante dell’Europa sud-orientale, accolto nel Centro Olimpico di Sarajevo, in uno spazio di 2mila metri quadri.

Una collezione d’arte ampia ed eterogenea, frutto della donazione di alcuni dei più grandi protagonisti della scena artistica internazionale, nomi di spicco come Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Daniel Buren, Joseph Kosuth, Ilya Kabakov, Marina Abramovic, Anish Kapoor, Bill Viola, Mona Hatoum, Lena Liv, Braco Dimitrijevic, Bizhan Bassiri e altri autori.

Ognuno ha lasciato traccia di sé donando una propria opera per la costituzione della collezione. Un percorso lungo, fatto di idee, ferme convinzioni e generose forme di sostegno, tra cui il progetto elaborato da Renzo Piano relativo alla struttura che ospiterà il museo da realizzarsi a Sarajevo nel biennio 2017-2018.

Per Ars Aevi il Comune di Greve in Chianti, dove ha preso forma il progetto nella sua fase iniziale, ha espresso il suo sostegno, il primo a livello italiano in forma pubblica, in occasione del consiglio comunale aperto di giovedì 17 novembre. Sono intervenuti l’ideatore del progetto Enver Hadziomerspahic e alcuni degli storici sostenitori come Claudio Martini, Antonio Lucchesi, Rossella Rossi, Marino Montanarini e Paolo Saturnini.

“Continuiamo la tradizione – dice il sindaco Paolo Sottani – fieri di aver assistito alla primogenitura del progetto e consapevoli del ruolo preminente che avuto la Toscana e l’Italia nella costituzione della collezione. Offriamo ad Ars Aevi tutto il nostro sostegno con l’augurio che il Premio Nobel per la Pace 2018 arrivi, nell’anno del centesimo anniversario della pace dopo la prima guerra mondiale, a sancire la funzione di grande mediazione culturale che ha in sé l’arte come strumento di pace, dialogo e di condivisione perché è dagli incontri che nasce l’identità di un popolo e non dalla separazione”.

Ars Aevi è fondata da una rete internazionale di musei, centri e fondazioni europee e dai loro direttori artistici. A Milano il Centro d’Arte contemporanea Spazio umano diretto da Enrico Comi; a Prato il Museo Luigi Pecci condotto da Bruno Corà, a Lubiana la Moderna Galleria diretta da Zdenka Badovinac, a Venezia la Fondazione Querini Stampalia con la direttrice Chiara Bertola, a Vienna il Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig diretto da Lorand Hegyi, a Bolognano Il Clavicembalo condotto da Lucrezia De Domizio Durini, a Instanbul il Bm Contemporary Art Center diretto da Beral Madra, a Podgoritza il Centro d’Arte contemporanea del Montenegro con Petar Cukovic, oltre ad avvalersi di importanti riconoscimenti assegnati negli anni come i patrocini dell’Unesco (1999) e della Commissione europea (2000).