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L’aerografo è una sorta di penna: collegato ad un compressore, contiene un serbatoio. Qui sta il colore che, a seconda di come viene regolato il grilletto, fuoriesce con un getto più o meno potente.

Inventato negli anni Ottanta, l’apparecchio è impiegato in vari ambiti: dal ritocco fotografico ai murales fino all’abbigliamento e alla cosmesi. E’ quindi molto versatile. Ma richiede precisione, esperienza, creatività e soprattutto talento.

Tutte qualità che certo non mancano a Maurizio Fusi o, per dirla in gergo lavorativo, Mau Design (nelle foto di Marco Belli).

Trentotto anni, della Sambuca, una decina di anni fa ha inaugurato un laboratorio unico nel Chianti. E del suo passatempo preferito ne ha fatto la fonte di reddito.18

A suon di spruzzi dalla tonalità brillante, decora ogni tipo di superficie. Protagonista assoluto il casco, dal blog (www.mau-design.blogspot.com) si vede quanto vasta sia la gamma di oggetti a cui questo mago dell’aerografo riesce a dare un grintoso tocco di personalità.

“Ho sempre avuto la passione per il disegno – a parlare è Maurizio – Iscrittomi all’Istituto d’arte, a quindici anni ho iniziato ad informarmi sulle tecniche usate per realizzare i caschi personalizzati che vedevo in televisione e sulle riviste. Così ho comprato un aerografo”.

“Lasciata la scuola ho fatto il falegname. Ma ho continuato a portare avanti il mio hobby: dopo lavoro, in garage, mi divertivo a scarabocchiare. Ad una mostra a Milano ho conosciuto un professore da cui poi ho seguito dei corsi per imparare ad usare lo strumento”.

“Dopo essermi licenziato – ricorda – nel 2007 ho aperto il fondo a livello professionale. Da lì è stato un crescendo. Oltre ai privati, ho come clienti anche piloti di auto e moto. Dal 2011 seguo un ragazzino che adesso corre il moto17mondiale con il team di Valentino Rossi”.

“Si tratta di un lavoro di grafica ed artigianato – prosegue – Prima sviluppo al computer il disegno richiestomi e poi lo vernicio sull’oggetto. Negli ultimi anni tendo a dare vita a forme stilizzate o fumettistiche piuttosto che realistiche”.

“Mi piacciono molto anche le due e le quattro ruote – dice ancora – Ho una moto da strada. Da piccolo andavo con il mio babbo a vedere le gare. Adesso per me è una bella soddisfazione poter assistere dai box”.

“Amo il mio mestiere in tutto il suo essere – conclude Maurizio – Mi affeziono ad ogni singola creazione a tal punto che, una volta conclusa, vorrei tenerla per me. Una delle più complesse che ho realizzato la riproduzione, su un casco di un motociclista, dell’Arcangelo Gabriele”.

Noemi Bartalesi