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Che gli italiani, tutti e ciascuno, siano dei grandi intenditori di pasta, calcio, pizza, belle donne, motori, è risaputo; è un “patrimonio riconosciuto”.
Fra le prime italiche virtù, c’è anche il fascino dell’intenditore di vino. I “cugini d’oltralpe” sono più bravi a farselo pagare bene, ma, oltre al fatto che siamo i primi per quantità di produzione, siamo anche quelli che lo fanno meglio; lo fanno più buono.
Recenti fatti di cronaca ci hanno rammentato che le mele marce si possono trovare dappertutto, anche vicino, per non dire accanto, alle eccellenze. Ma anche questo, ci dovrebbe aiutare a vedere il bicchiere (di vino) mezzo pieno. Se qualcuno viene “beccato”, vuol dire che qualcun altro controlla, e se c’è chi controlla bene siamo più tutelati.
Ma, oltre a chi fa il suo lavoro bene, c’è anche chi lo fa benissimo, che rischia, ma fa l’impossibile per sviluppare idee ed aggiungere valore. Un esempio di arricchimento personale potrebbe essere una visita alla Cantina Antinori nel Chianti Classico.
Già all’arrivo, le istruzioni alla portineria e la cartina per orizzontarsi ti avvisano delle dimensioni di ciò che si va a scoprire. Gli spazi e le forme non sono usuali, ti invitano a seguire le loro linee, ti “acchiappano”.
Consigliabile cominciare con un pasto al ristorante interno Rinuccio 1180. Se il clima lo permette, mangiare (bene) su una terrazza affacciata sulla val di Pesa, a quasi contatto con la vigna che ricopre la cantina, già predispone ad entrare in argomento.
La visita guidata comincia con un video in cui, la famiglia Antinori e specialmente il Marchese Piero, si presenta. Le immagini e le spiegazioni sulle tenute di produzione, il contesto geografico e delle tradizioni locali continuano a migliorare la contestualizzazione della cantina. Anche una veloce carrellata sul cantiere per la costruzione di questa grande struttura, aiuta a capire dove ci si trova.
Poi si entra nel vivo della visita, apprezzando gli spazi della barriccaia, della tinaia e delle attrezzature di una cantina operativa. Anche la vinsantaia, con altro video esplicativo e l’orciaia portano altre informazioni “nutrienti” per il visitatore attento e curioso. Fondamentali le spiegazioni della guida, preparata per non dire appassionata, che espone e rende partecipi all’ambiente.
A coronamento dell’esperienza, l’assaggio di più vini. Ancora di più le illustrazioni delle particolarità sia della bottiglia, che del territorio da cui proviene, predispongono a gustarsi gli assaggi.
L’aspetto storico può essere ancora accresciuto visitando il Museo, formato principalmente dalle testimonianze della famiglia Antinori ed i loro rapporti con il resto del mondo.
Le ardite soluzioni, evidenziate esternamente dalla stupenda terrazza sulla vallata e l’avvolgente scala elicoidale, sono state coniugate a grandi spazi produttivi o dirigenziali, ed il tutto anche minimizzando l’impatto ambientale.
La spesa per questa esperienza può non apparire esattamente economica ma, dopo la visita, confrontandola con ciò che si è visto, imparato, assaggiato, toccato… si capisce che quella qualità e bellezza non è lì per caso. Si potrebbe interpretare anche come un buon investimento su se stessi.