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Domenica 2 ottobre i ciclisti dell’Eroica hanno pedalato per le strade del Chianti Classico.

Ma questo tutti lo sanno, informati della notizia dell’evento da stampa e TV, l’attesa era al massimo. E poi li abbiamo visti, come no, erano 5.000, e li abbiamo sentiti.

Una kermesse colorita e fantastica, non avevano un motore scoppiettante, il motore stava silenzioso dei loro garretti, si esternava nella loro passione, nell’entusiasmo delle diecine di migliaia di spettatori che li hanno accolti con incitamento e applausi al passaggio in ogni loro percorso.

Ma non tutti sanno che Dario, il macellaio, è tornato apposta in tutta fretta a Panzano dal Giappone per allestire un buffet tutto per “loro” e accoglierli con festosi suoni di tromba e di sirena, proprio allo scollino del Passo di Campana.

Un buffet non ufficiale ma ormai tradizionale, un segno di ospitalità, un apprezzamento alla “loro” passione, che è poi la nostra, avuta in retaggio dai padri e dai nonni tifosi di Bartali e Coppi. Una festa di accoglienza “saporosa”, com’è nel costume del popolo del Chianti.

Ci sono foto e relazioni dettagliate dell’evento su Facebook, in Internet, sulla stampa, ovunque, per chi si voglia documentare.

Ma la curiosità è un’altra. Com’è che una corsa ciclistica veramente anomala, direi romantica, nata nel 1997, è riuscita in venti anni a suscitare tanto entusiasmo, copiata anche all’estero?

Perché dai circa 100 partecipanti al principio alle migliaia di questi ultimi anni?

Non traguardi, non percorsi unici obbligati per strade bitumate ma soprattutto strade bianche e polverose, non traguardi e premi consueti, pesanti biciclette d’epoca, fatica e sudore.

Ecco, se dobbiamo dare una risposta penso proprio al valore del sudore già vissuto per secoli nei campi e nelle vigne, alla gioia ritrovata nel rumore del silenzio dei boschi e dei panorami toscani.

Miriam Serni Casalini e Dario Cecchini

“Oh ciclista!
Qui giunto al Passo di Campana,
ferma la bici, godi il panorama.
Panzano ti darà acqua e frescura,
poi ben temprato riprendi l’andatura.
Allenta dei garretti la tua presa
che d’ora in poi avrai solo discesa!”