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Domenica 2 ottobre l’Eroica, la massacrante quanto affascinate rievocazione del ciclismo pionieristico, ha fatto tappa anche a Badia a Passignano.

Nello stesso giorno, a fronte di un’organizzazione molto complessa con centro a Gaiole in Chianti, appassionati da tutto il mondo si sono ritrovati per rivivere la leggenda del pedalare duro, fra sudore e polvere.

Obbligatorie le biciclette d’epoca e gradito l’abbigliamento attinente. Gli iscritti totali, oltre settemila, si sono distribuiti su cinque percorsi calibrati per le differenti possibilità.

La proposta più lunga prevedeva 209 chilometri, ma anche il percorso denominato “Chianti Classico” con i suoi 115 chilometri di strade difficili, con oltre 2.400 metri di dislivello, di cui gran parte su strade bianche, è realisticamente definibile massacrante.

È proprio il giro “Chianti Classico” quello che si è spinto più a nord, rispetto a Gaiole, ed ha attraversato il territorio del comune di Tavarnelle, toccando quello di San Casciano nelle località di Fabbrica e Santa Maria Macerata.

Dopo la puntata sancascianese i ciclisti sono rientrati in terra tavarnellina, verso Badia a Passignano. Lì, ad accoglierli, circa all’ottantesimo chilometro della loro fatica, c’era il punto di ristoro e controllo gestito dalla Ciclistica Montefiridolfi. Non tutti, degli oltre seicento iscritti a quel percorso, sono arrivati a quella tappa, ma molti l’hanno raggiunta e si sono rifocillati.

Anche il rifornimento era in tema. Sconosciute barrette energetiche e bevande con integratori. Invece la base partiva con scodelle di pastasciutta, pane con vari tipi marmellate, poi abbondante pane e olio. La “ricarica” continuava vari tipi di frutta ed il dolce costituito da fette di ciambellone. Per bere, oltre l’acqua per riempire le borracce, non poteva mancare qualche bicchiere di buon vino.

Al punto di sosta, oltre al timbro obbligatorio, sono state necessarie anche delle riparazioni “volanti” per le storiche biciclette sottoposte a seri sforzi. Fra le altre, la più particolare, ha riguardato un pedale che si era bloccato. Dove non sono arrivati i pochi attrezzi disponibili, ha avuto successo una “sgrondatina” di olio extra vergine d’oliva, che ha fatto rifunzionare il pedale come nuovo (o quasi), nonostante qualche sfera danneggiata.

Le buone condizioni metereologiche hanno contribuito alla riuscita della manifestazione. Ma soprattutto l’allegria e la convivialità dei ciclisti, non ossessionati dalla classifica, ma attenti ai luoghi che percorrono, ha prodotto divertimento e soddisfazione per partecipanti e organizzatori. Far festa alla storia del ciclismo, fa bene a tutto il ciclismo e non solo.