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Elisa Verniani, grevigiana, è una giovane decoratrice a mano che lavora all’interno di una delle più rinomate e prestigiose aziende nel mondo per la produzione della porcellana ovvero la Richard Ginori; o per meglio dire Gucci Richard Ginori dopo gli ultimi, ma fortemente positivi, sviluppi aziendali.

Classe 1986, lavora all’interno della manifattura di Sesto Fiorentino ormai da sei anni, si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2011 con il massimo dei voti; specializzandosi proprio nella sua amata Decorazione; anche se la sua abilità in campo artistico spazia dalla pittura, al disegno artistico,alla scultura, alla fotografia fino ad arrivare alla nobile arte dell’affresco.

Artista se non altro poliedrica, realizza soggetti di vario genere, anche se principalmente fa riferimento alla natura che la circonda o alle emozioni nei confronti di essa.

Per lei il luogo dove vive è fondamentale, la sua filosofia è infatti questa: “Il Chianti è linfa vitale… dona l’ispirazione e la forza di esprimersi e realizzare lavori in maniera sempre nuova e creativa, senza però lasciare da parte la tradizione e i forti valori che ci vengono insegnati e che si acquisiscono ogni giorno sia a lavoro che durante la routine della vita”.

Nonostante la giovane età vanta già numerose partecipazioni a concorsi e mostre d’arte a livello locale e nazionale. Che mostrano la sua poliedricità: la sua prima, ma più prestigiosa mostra personale dal titolo “Chianti… tra la realtà e i sogni” si è tenuta nel 2013 presso la sala espositiva del Museo di Arte Sacra di San Francesco a Greve in Chianti.

Altre partecipazioni degne di nota sono le seguenti: nel 2013 ha partecipato con successo al concorso fotografico “Chianti è lavoro”, organizzato dal quotidiano on-line Il Gazzettino del Chianti, vincendo con la sua foto dal titolo “La stanchezza di mio padre”.

Elisa mantiene vivo il suo profondo interesse per la porcellana ogni giorno, ma allo stesso tempo tiene costanti le sue numerose passioni artistiche allo scopo di accrescere ancor più le proprie capacità manuali e la propria conoscenza; perché come lei stessa si ripete spesso: “Non bisogna avere la presunzione di sapere tutto, ma l’umiltà di capire che non si smette e non si smetterà mai di imparare”.

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