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Come noto quest’anno il vino Chianti Classico festeggia i suoi primi 300 anni, una lunga storia che inizia il 24 settembre 1716.

In questa data infatti, per la prima volta nella storia, nasce un territorio di… vino: quando il Granduca Cosimo III de’ Medici decise di delimitare alcuni territori individuati come aree di produzione di vini di alta qualità con un Bando che ne sanciva i confini.

Il bando s’intitolava “Sopra la Dichiarazione de’ Confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Vald’Arno di Sopra” e l’area più estesa era rappresentata proprio da quel territorio compreso tra le città di Firenze e Siena in cui nasceva l’omonimo vino Chianti (oggi Chianti Classico).

Un territorio che già all’inizio del diciottesimo secolo dimostrava la sua ricchezza e la sua fama in termini di vino, tanto da far nascere nella mente del Granduca l’idea di proteggerlo e tutelarlo.

Per la Toscana di Cosimo III il vino era già un prodotto strategico, basti pensare che la regina Anna di Inghilterra lo apprezzava a tal punto da farne dono ad amici e alleati, contribuendo a far conoscere il vino toscano nel mondo.

I documenti di archivio testimoniano gli sforzi del sesto granduca di casa Medici per allargare la rete commerciale in campo enoico durante la Guerra di Successione spagnola (1702-1714).

Durante gli anni della guerra, infatti, la Toscana riuscì a rimanere neutrale, evitando i contraccolpi produttivi e commerciali degli altri paesi europei a vocazione vitivinicola finiti nel conflitto. Questa particolare congiuntura storica dette l’avvio definitivo all’ascesa dei vini Toscani e in particolare al vino prodotto nel Chianti che veniva sempre più conosciuto, apprezzati e richiesto in tutto il mondo.

A seguito di questo grande successo iniziarono i primi tentativi di contraffazione delle etichette prodotte nei migliori territori toscani.

Il Bando del settembre del 1716 va inquadrato in questa cornice: la necessità per la politica granducale di tutelare i vini toscani di maggior pregio e commercialmente più a rischio.

Collegato al bando di settembre, un altro decreto mette chiaramente in evidenza anche regole di commercializzazione e pene per chi trasgredisce.

“A distanza di 300 anni da quel bando – dice Sergio Zingarelli, presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – il territorio del Chianti Classico può essere a ragione definito come un vero e proprio distretto produttivo, tra i pochi in Italia, a vantare una storia centenaria. Oggi più che mai, sulla scia della lungimiranza del Granduca Cosimo III, è nostro compito tutelare e proteggere e valorizzare in tutto il mondo un prodotto unico, sinonimo di qualità assoluta”.