“La guerra commerciale di Trump è pronta ad abbattersi sull’Europa. I dazi americani sui prodotti importati dall’area commerciale dell’Unione Europea saranno annunciati solo stasera intorno alle 22 (le 16 in USA) ma il loro effetto è già concreto e visibile sull’agroalimentare Made in Tuscany”.
A dirlo è Coldiretti Toscana, in riferimento al Liberation Day annunciato dal presidente degli Stati Uniti che dovrebbe scattare alle 22 di oggi, 2 aprile 2025.
“Gli Stati Uniti – prosegue l’associazione agricola – sono il secondo mercato di riferimento (dopo l’Europa) per le produzioni agricole regionali con 1 miliardo di euro di valore nel 2024. I due prodotti più esportati sono l’olio con 590 milioni di euro (+41%) ed il vino con 423 milioni di euro (+10%) che da soli valgono il 93% di tutte le transazioni. Un mercato importante, importantissimo – in crescita (+25%) – che l’introduzione di dazi rischia di stravolgere. A regnare è uno stato liquido di incertezza che tiene in ansia le imprese agricole esportatrici”.
“Questo nuovo scenario – spiega la presidente di Coldiretti Toscana e presidente di Vigneto Toscana, Letizia Cesani – ci mette di fronte alla necessità, non più rimandabile, di diversificare i mercati e di investire più risorse sulla promozione dei nostri prodotti la cui qualità, unicità e distintività è legata al territorio di produzione: alla Toscana e all’Italia che non sono delocalizzabili”.
“Non possiamo più permetterci di dipendere così tanto da una sola area commerciale – sottolinea – E’ una lezione che dobbiamo imparare. Il contesto internazionale è sempre più instabile e mutabile e noi dobbiamo essere pronti”.
“La guerra commerciale di Trump con l’imposizione di dazi – rilancia – di cui al momento non conosciamo l’entità, e già questa è una anomalia, non sono ancora entrati in vigore ma hanno già danneggiato le imprese che esportano negli Stati Uniti. L’allarmismo che si è diffuso in questi ultimi mesi, quando era chiaro che i dazi non sarebbero stati una boutade, ha congelato gli scambi”.
“Dopo la corsa alle scorte tra la fine dello scorso anno e l’inizio del nuovo – sottolinea Cesani – le esportazioni verso gli Stati Uniti dei prodotti di punta come olio e vino si sono bruscamente fermate. I pancali di prodotti già imballati pronti per essere spediti sono parcheggiati nelle cantine o nei porti. Gli importatori non se la sentita di prendersi rischi in questa fase così delicata. Questo contesto di instabilità sta facendo più male che i dazi stessi”.
“Gli Stati Uniti sono diventati nel tempo un mercato sempre più importante per le imprese agricole e dell’agroindustria toscane – ricorda Coldiretti regionale – L’ultima decade lo dimostra nettamente come dimostra l’elaborazione dei dati Istat di Coldiretti Toscana. Lo è soprattutto per una realtà a forte vocazione agricola come la maremma: Grosseto è tra le province toscane quella che rischia di più con i dazi, 236 milioni di euro, pari al 70% del valore di tutte le esportazioni del 2024”.
“Il rapporto tra totale esportazioni e quota di export destinata agli Stati Uniti – puntualizza l’associazione – fa salire sul podio Lucca con il 37% (167 milioni) e Massa Carrara con il 36% (2,1 milioni), superando Siena, il cui rapporto di incidenza è intorno al 34% (282 milioni di euro). Poco sotto troviamo un’altra economia agricola marginale sul fronte internazionale come Prato (10 milioni) con una quota di export del 30%”.
“Con un’incidenza del 27% – conclude Coldiretti Toscana – Firenze, pur registrando il valore assoluto più alto tra tutte le province toscane (285 milioni di euro), scivola oltre metà classifica. Seguono poi Pisa (32 milioni) con il 19%, Livorno (40 milioni) con il 15%, Arezzo (22 milioni) con 8%. Chiude la classifica elaborata da Coldiretti, Pistoia (8,7 milioni) con 1,5%”.
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